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L’urlo di Sinner a Vagnozzi: “Non ti sento! Dimmi qualcosa”. Perché Jannik si fida soltanto di lui

Jannik Sinner ha un legame molto forte con Simone Vagnozzi, uno dei suoi due coach. Nel torneo 1000 di Shanghai ci sono stati due episodi che hanno fatto capire in modo lampante quant’è importante Vagnozzi nel percorso di Sinner.
A cura di Alessio Morra
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Jannik Sinner è il numero 1 del mondo. Il tennista italiano sta vivendo una stagione straordinaria, che fa seguito a una parte finale di 2023 stellare. Una crescita monumentale totale per Jannik, che ha tra i suoi punti di forze due coach: Cahill e Vagnozzi. Il primo è tecnicamente il ‘Super Coach', lo segue spesso ma non sempre, il secondo è il ‘Coach' vero e proprio. I due hanno rapporto molto forte e dietro ai successi di Sinner c'è tanto anche di Vagnozzi. L'esempio lampante, la somma del loro rapporto si è vista anche durante la sfida con Etcheverry a Shanghai.

Le parole di Vagnozzi a Sinner nel 1000 di Shanghai

A Shanghai l'azzurro nel terzo turno ha battuto il tennista argentino, ha vinto faticando. Non se l'aspettavano i tifosi perché Etcheverry è bollato come terraiolo doc, e nemmeno Sinner che in avvio è rimasto sorpreso dal gioco dell'avversario e di questo ha chiesto al suo staff. Vagnozzi gli ha risposto in modo duro e quelle immagini, catturate dalle telecamere (con audio annesso), hanno fatto il giro del mondo: "Oh, se è 25 del mondo ogni tanto la becca anche eh". Parole severe del coach al numero 1, che dopo aver capito l'antifona dopo aver perso il primo set ha raddrizzato rapidamente l'incontro e si è imposto alla distanza.

Durante il terzo set, con la partita che era ormai girata, Sinner chiede l'aiuto di Vagnozzi lo fa dopo un punto perso. Cerca proprio il coach, l'audio è chiaro: "Oh, non ti sento? Non ti sento, dimmi qualcosa". Un aiuto più morale che tecnico in quel momento. Vagnozzi sente e risponde: "Jan forza forza". Da quel momento in poi sarà un assolo. Tre game di fila e partita finita.

Vagnozzi e il consiglio nella finale degli Australian Open

Un rapporto forte, un rapporto di fiducia si base anche su questo tipo di situazioni. Capitò qualcosa di simile nella finale degli Australian Open dello scorso gennaio. Medvedev era avanti di un set e aveva messo le mani sul secondo, quando Jannik trovò la svolta chiedendo a Vagnozzi cosa fare. Il coach nativo di Ascoli gli disse cosa fare e da quel momento è cambiato tutto: "Usa questo game per fare qualcosa di diverso. Anche sulla seconda vai dietro".

Le splendide parole di Sinner per Vagnozzi

Un rapporto forte tra Sinner e Vagnozzi, che nasce da lontano e che si è costruito in questi anni, ricchi di successi. A Miami, qualche giorno prima di vincere il torneo 1000, Jannik rispose a una domanda sul suo legame con l'allenatore e disse: "Nel complesso, se guardiamo il lato tecnico tattico, è uno dei migliori allenatori al mondo, perché non ha una regola precisa per la quale tu devi giocare in un preciso modo, ma vede il giocatore avversario e prova ad adattare il piano al modo in cui gioca. Penso che sia qualcosa di molto, molto raro da vedere, perché mi ha visto giocare, abbiamo cambiato un po’ il rovescio anche tecnicamente, e ha detto: ‘guarda, se fai così potrebbe funzionare meglio per te’. E poi si scambiano tutte le cose insieme e si trova la strada giusta. La stessa cosa è con lo slice. Quindi penso che la cosa migliore che stia facendo è che capisce il mio punto e troviamo la soluzione giusta per realizzarlo". 

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Parole fantastiche da parte di Jannik verso il suo allenatore, che interpellato oltre un anno fa disse: "Jannik è un ragazzo che ascolta le cose che gli dici, talvolta pone dei dubbi. Ma sa che deve migliorare e per farlo ci vuole fiducia da parte di entrambi. Il nostro rapporto è cresciuto. Stiamo cercando di renderlo un giocatore migliore, perfezionando diversi aspetti del suo gioco". E senz'altro con Vagnozzi e Cahill il bagaglio tecnico di Jannik si è ampliato enormemente.

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