L’inferno di Nick Kyrgios in una foto: “Guardate le cicatrici sul braccio e capirete”
Com'è fatto l'inferno? A Nick Kyrgios basta una fotografia condivisa su Instagram per spiegare qual è stato il suo, come lo ha vissuto ed è riuscito a venirne fuori. "Se guardate la foto con attenzione, sul mio braccio destro potrete vedere le cicatrici delle ferite che mi sono inferto". Il male oscuro della depressione lo aveva portato anche a questo: punirsi, farsi del male con atti di autolesionismo. Sull'arto porta i segni di quel periodo così buio dal quale era stato risucchiato. Ogni tanto li fissa, sono accanto ai tatuaggi. Gli ricordano quanto è facile perdersi e difficile ritrovarsi, che nessuno si salva da solo, che se cadi nulla c'è di male a chiedere aiuto, che puoi ancora vincere com'è capitato a lui che agli Open in patria ha alzato le braccia al cielo per il trionfo nel doppio.
Nel passato del tennista australiano c'è stato di tutto. Ha abusato di alcool e droga fino a stordirsi. Più si dimenava, più la sua vita era un baccano e vi restava invischiato. Ffino a lasciarsi sfiorare dalla tentazione del suicidio. "Ho allontanato tutte le persone che mi volevano bene, la famiglia e gli amici. Mi sentivo come se non potessi parlare e nemmeno fidarmi di nessuno e questo è successo perché non ho mai voluto parlare, aprirmi con i miei cari".
Rinnega nulla, sofferenze comprese perché la sua dannazione è stato cercare di fare tutto da sé, illudersi che nascondersi dietro la maschera di ragazzo cattivo lo aiutasse a prendere di petto quello stesso mondo al quale faceva il verso. "Tre anni fa, quando tutti pensavano che stessi bene e mi stessi godendo la vita – si legge ancora nel post -, stavo attraversando uno dei periodi più bui della mia esistenza. Facevo fatica ad alzarmi al letto, ero solo, depresso, pessimista".
La sua confessione/sfogo si conclude con un barlume di speranza. Un invito alla fiducia nel prossimo che è come la zattera alla quale restare aggrappati. "So che la vita quotidiana può sembrare difficile, stancante, a volte impossibile. So che dire quello che provate può farvi sentire deboli, o spaventati, ma quello che voglio dire a tutti voi è che non siete soli. Succede. Io ci sono passato. E sono qui, scrivetemi, o chiamatemi se avete questi problemi, se pensate che nessuno voglia ascoltarvi o capirvi. Sorridete! Questa vita è meravigliosa".