L’ex moglie di Konstantin Koltsov non crede al suicidio: “Ho le password, ho letto le sue email”
La morte a 42 anni di Konstantin Koltsov a Miami ha sconvolto il mondo dello sport bielorusso e avuto ampia risonanza negli Stati Uniti e nel resto del mondo, sia per la militanza dell'hockeista nella NHL con i Pittsburgh Penguins sia per il fatto di essere il compagno – anzi l'ex compagno, come qualche ora fa ha precisato la tennista sua connazionale – della numero 2 al mondo Aryna Sabalenka. Una morte tragica, classificata dalla polizia locale come suicidio: nel rapporto si legge che Koltsov "è saltato dal balcone" della stanza dell'hotel dove alloggiava, il St. Regis Bal Harbour Resort, e che "non si hanno altri sospetti al riguardo". Una versione dei fatti cui tuttavia non crede l'ex moglie dell'hockeista, secondo la quale Koltsov non aveva alcuna voglia di morire, svelando anche le prove di quel che afferma.
Yulia Mikhailova è la madre dei tre figli di Koltsov: dopo la separazione tra i due, l'olimpionico bielorusso si è legato alla Sabalenka, una relazione durata tre anni. "Per me è stato un incidente – spiega la donna al sito bielorusso ‘Zerkalo' – Abbiamo ancora il vecchio computer di famiglia con l'email di Konstantin. Conoscevo le password e sono riuscita ad aprire alcune email. Konstantin aveva prenotato altri alloggi in un'altra località. Aveva pagato acquisti che sarebbero dovuti arrivare. Aveva noleggiato un'auto per molto tempo. Non aveva intenzione di morire. Tutto ovviamente può darti alla testa, ma non c'era alcun segno di tragedia".
La caduta dell'ex atleta è stata terribile, è durata parecchi secondi vista l'altezza della sua stanza, svelata ora da Yulia: "Alloggiava al 23simo piano. L'hotel di Miami dove è successo è a circa un'ora da casa nostra. Ho appreso la notizia da un detective della polizia, era il 18 marzo. All'inizio mi hanno chiamato più volte, mi hanno chiesto se ero a casa e hanno detto che volevano dirmi qualcosa su Konstantin. Poi è arrivato il detective. Ha cercato di presentare la notizia nel modo più gentile possibile. Ma ovviamente ero sotto shock… Poi ha condiviso informazioni, ha posto correttamente alcune domande, ha spiegato vari aspetti procedurali e mi ha detto di chiamarlo in qualsiasi momento".
L'ex moglie di Koltsov si è fatta una sua idea di come possano essere andate le cose, portando all'incidente che ha posto fine alla vita dell'hockeista: "I media hanno fatto passare per un dato di fatto l'ipotesi del suicidio della polizia: dopotutto, le persone raramente cadono da sole. La polizia ha immediatamente respinto la versione dell'omicidio, quindi hanno detto che potrebbe trattarsi di suicidio. Ma, ripeto, non c'era nulla che indicasse che Konstantin avrebbe saltato. Molto probabilmente era parecchio ubriaco. Sfortunatamente i giocatori di hockey a volte eccedono con l'alcol. Nella stanza in cui alloggiava Konstantin sono state trovate bottiglie di alcol vuote. C'era un balcone con vista sull'oceano, probabilmente Konstantin non ha avuto cognizione delle sue azioni".
A parlare è anche e soprattutto una mamma, che ci terrebbe a non far marchiare come suicida il padre dei suoi figli: "Se fosse confermato che si è trattato di un incidente, sarebbe più tranquillo per i bambini. Daniil e Alexander hanno letto del suicidio su Internet e, ovviamente, si sono sentiti a disagio. Lo stato emotivo dei nostri figli è un problema complesso. Cerchiamo di non perderci d'animo. Non so come altro dirlo. È più difficile per i figli maggiori, Daniil e Alexander, capiscono tutto bene. Hanno 18 e 16 anni. Il più giovane, Stefan, ha cinque anni. Pensa che papà sia in paradiso adesso. Stefan, tuttavia, mi ha chiesto come è morto papà, ma non gli ho ancora risposto. Non ho scelta che sopravvivere a tutto questo come meglio posso. Non c'è altro modo. Faccio del mio meglio".
Quanto ai rapporti col suo ex marito, la Mikhailova spiega: "Abbiamo comunicato pochissimo ultimamente. Ognuno ha la propria vita e inoltre ha lavorato lontano dai bambini (negli ultimi due anni Koltsov è stato vice allenatore del Salavat Yulaev Ufa, ndr). Konstantin comunicava con loro principalmente per telefono. A quanto ho capito, questa volta voleva incontrare i bambini a cena. Ma Stefan va a letto presto, qualcosa non ha funzionato e si sarebbero visti più tardi".
Con la Sabalenka non c'è nessuna nessuna acredine oggi, dopo che in passato gliene aveva dette di parole al veleno: "Ci siamo sentite in passato, ragazza carina. Il mio post di qualche anno fa era dettato dalle emozioni, era molto doloroso. Amavo moltissimo Konstantin… Ma Sabalenka trattava bene i miei figli, quindi ho un atteggiamento normale nei suoi confronti".
Adesso ci saranno gli adempimenti formali per dare l'ultimo saluto a Koltsov prima di seppellirlo in patria: "Stiamo raccogliendo tutti i documenti per trasportare i resti di Konstantin in Bielorussia – spiega Yulia, che è lettone – Minsk è la sua patria, suo fratello e i suoi parenti sono lì. Ho molti amici lì, sono in buoni rapporti con i genitori di Kostya. E i nostri figli hanno la cittadinanza bielorussa. Vediamo come andrà a finire il tutto. La vita negli Stati Uniti è cara, non so dove andremo a finire. Mentre i bambini sono a scuola qui, vedremo. Ora dobbiamo risolvere una serie di problemi che, ovviamente, non abbiamo mai riscontrato prima".