L’esenzione di Djokovic spacca il mondo del tennis: “A me non avrebbero concesso il permesso”
Il caso Djokovic è definitivamente esploso. Il verdetto sulla partecipazione del numero uno al mondo all'Australian Open ha sollevato non poche polemiche. La scelta delle istituzioni sportive e non dell'Australia di concedere un'esenzione a Nole per viaggiare alla volta del continente aussie e partecipare al primo Slam stagionale, fa discutere e non poco. Tanti gli addetti ai lavori e i giocatori che hanno manifestato la propria perplessità sul lasciapassare concesso a Djokovic, e c'è chi si è chiesto cosa sarebbe successo se fosse stato lui e non il miglior tennista del mondo a chiedere la possibilità di giocare senza aver mai ufficializzato la propria situazione vaccinale.
Un effetto domino, che è solo all'inizio. Novak Djokovic alla fine ha vinto la sua "partita" riuscendo a ottenere quello che voleva, ovvero la chance per provare a conquistare il 10° titolo in Australia, e staccare nel numero degli Slam vinti Nadal e Federer. Il tutto senza aver mai dichiarato di essere vaccinato, ma anzi lasciandosi andare anche attraverso suo padre a prese di posizione ambigue. Dunque il serbo potrà al contrario di tutti gli altri atleti (o quasi tutti, visto che sono pochi quelli che non si sono vaccinati, pare 5 nei primi 100 Atp) arrivare in Australia anche senza vaccinazioni, senza mostrare alcun tipo di certificazioni.
Ovviamente questa situazione è stata sgradita a tutti quei giocatori che si sono vaccinati, e chi non ha gradito questa disparità di trattamento. Jamie Murray, fratello dell'ex numero uno al mondo Andy Murray, e ottimo doppista è stato quello che è ci è andato giù più pesante: "Penso che se fossi stato io a non essere vaccinato non avrei ottenuto un'esenzione, e questo è. Ma a lui è stato concesso il permesso di venire in Australia e competere". Hanno invece utilizzato l'arma dell'ironia i due americani Tennys Sandgren e Tommy Paul rispettivamente numero 96 e 43 della classifica Atp. Commentando un post di tennis tv, il primo ha scherzato con il secondo: "Vieni anche tu in Australia Sandgren?", e l'altro ha risposto "Non ho la stessa spinta".
E non mancano anche polemiche relative a scelte diametralmente opposte da parte degli organizzatori, che sarebbero state contraddittorie. Il caso è quello del giocatore juniores Aman Dahiya che è stato costretto a rinunciare all'Australia Open a causa delle rigide regole sulla vaccinazione. Il suo coach infatti ha dichiarato: "Abbiamo ottenuto il visto per Aman, ma i funzionari dell'Australian Open sono stati molto fermi nel rispettare le loro regole. Abbiamo spiegato che la vaccinazione per i minori di 18 anni non era ancora iniziata in India. Stavamo anche pensando di fare la vaccinazione in alcuni altro Paese, ma niente".