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Le lacrime di Camila Giorgi: “Fin da piccola ho lottato per questo, sapevo che ce l’avrei fatta”

A Montreal Camila Giorgi ha vinto il torneo più importante della sua carriera e rilancia le ambizioni di una carriera che a 29 anni qualcuno aveva già dato in fase calante: “Non ho mai perso la voglia di lottare, perché fin da piccola ho lottato per questo e sapevo che prima o poi ce l’avrei fatta”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Camila Giorgi compirà 30 anni il prossimo 30 dicembre e forse qualcuno l'aveva data sul viale del tramonto troppo presto. La tennista marchigiana era entrata nel 2015 nelle Top 30, raggiungendo tre anni dopo il suo best ranking al numero 26 della classifica WTA – in quella stagione era arrivata fino ai quarti di finale a Wimbledon – ma poi era cominciata una lenta discesa che l'aveva portata a ridosso della centesima posizione. Poi la rinascita, concretizzatasi quest'anno in un ritorno ad una qualità di gioco elevata, che l'ha portata prima alle semifinali del 500 di Eastbourne, poi ai quarti di finale alle Olimpiadi ed ora al successo più importante della sua carriera, il WTA 1000 di Montreal.

Da oggi la ragazza di Macerata è numero 34 in classifica, ma soprattutto ha riscoperto rinnovate ambizioni che non nasconde: non è mai troppo tardi per mantenere le promesse, magari entrando per la prima volta nelle prime 20 giocatrici al mondo. "Questa vittoria conferma che il lavoro svolto era quello giusto – racconta alla Gazzetta dello Sport – E finalmente vedrò un ranking che mi si addice di più, perché quello degli ultimi tempi non rispecchiava il mio valore. Ho avuto tanti infortuni, tanti problemi e adesso sono qui. Ora gioco meglio, sono in grado di scegliere i colpi da giocare. Non so se si è notato, ma so rallentare e accelerare, il mio gioco è più vario".

Quello che era impossibile non notare sono state le sue lacrime quando Karolina Pliskova ha spedito in rete il dritto del secondo match point: "È normale in quel momento essere travolta dalle emozioni. I ricordi, la fatica, tanti anni di duro lavoro. Adesso finalmente festeggio. Non ho mai perso la voglia di lottare, perché fin da piccola ho lottato per questo e sapevo che prima o poi ce l’avrei fatta. Ultimamente poi stavo giocando molto bene, quindi finalmente libera dai problemi fisici ho potuto esprimermi come sapevo di poter fare. E naturalmente più gioco bene e più entro in fiducia. E poi ho un allenatore e uno staff meraviglioso".

L'allenatore di Camila è suo padre Sergio, a volte finito al centro dei riflettori per comportamenti sopra le righe, come in occasione del match di primo turno agli Internazionali di Roma. L'asse tra i due è sempre fortissimo ed è al padre che la Giorgi rivolge parole di riconoscenza: "Purtroppo fisicamente non era qui, ma è come se lo fosse. Dedico a lui questo successo perché è grazie a lui se sono arrivata fin qui. Abbiamo lavorato tanto e anche cambiato qualche aspetto del gioco, e durante il giorno ci sentiamo mille volte". Adesso si riparte subito da un altro 1000 a Cincinnati: confermarsi è la nuova scommessa della Giorgi.

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