Le gocce misteriose della mamma di Berrettini fanno il giro del mondo: di cosa si tratta
Le gocce della mamma di Matteo Berrettini. Cosa prende durante il match del figlio che nella finale di Wimbledon ha sfidato il campione, Nole Djokovic? Non è un farmaco quel che assume. Non ha alcun malore. E dal video si nota come, attraverso un dosatore, ne passi un po' anche al ragazzo che le è accanto. L'inquadratura si sofferma sul primo piano della donna, Claudia Bigo, e poi fa focus sulle mani che contengono la confezione di colore giallo e blu.
È una sorta di ansiolitico preparato con ingredienti naturali: nel caso specifico, una selezione di fiori selvatici miscelati in una soluzione idrica calibrandone le quantità con altri additivi, come alcol o aceto di mele.
In buona sostanza, si tratta di un aiuto più che un rimedio, non è sintetizzato chimicamente e viene usato per gestire situazioni di stress particolarmente forti, bilanciare il carico emotivo e stati d'animo. Un erborista, bravo e di fiducia, sa quali sono le dosi da mescere per comporre la pozione definita "rescue remedy", una specie di risorsa di emergenza, un mix pronto per l'uso quando la situazione lo richiede o a seconda della condizione in cui si trova la persona che la assume.
Di cosa si tratta? Fiori di Bach. Un pot-pourri di petali e agenti floreali dal quale, in virtù delle esigenze della persona, si ricava un liquido personalizzato, tenendo conto del soggetto a cui sono prescritti. La mamma di Berrettini ne fa uso per resistere ai picchi di emozioni che l'incontro di tennis regala. Matteo parte forte e conquista il primo set, poi cede per 3-1 (6-7, 6-4, 6-4, 6-3) al fuoriclasse serbo dopo una battaglia durata 3 ore e 23 minuti.
"Non è una fine ma un inizio carriera", ha ammesso il tennista italiano che da lunedì sarà in ottava posizione nel Ranking internazionale ATP. È tra i migliori 10 al mondo, se n'è accorto anche Djokovic che ha dovuto faticare, sfoderare i migliori colpi del repertorio e tutta l'esperienza del campione per avere la meglio su un avversario dimostratosi molto forte e competitivo. A lui l'adrenalina del campo, Fiori di Bach per chi è in tribuna.