Le chat Whatsapp che raccontano il caos nella vita di una tennista: “Hai dei pantaloncini da darmi?”
Nel tennis professionistico i guadagni sono stratosferici. Lo sono per i big, ma anche in generale per i primi cinquanta tennisti al mondo, sia in campo maschile che femminile. Ma c'è una lunga schiera di tennisti che sono costretti a barcamenarsi e fanno una fatica enorme durante l'anno sia a mantenersi, come è stato il caso dell'indiano Sumit Nagal e dell'americana Gabriela Knutson, sia a girare il mondo, in particolare quando ci sono dei tornei che si giocano uno dietro l'altro. L'australiana Daria Saville ha reso pubblica la vicenda dell'amica Storm Hunter, che ha fatto i salti mortali per passare da Indian Wells a Miami.
Daria Saville, che prima di sposarsi era nota come Daria Gavrilova, e Storm Hunter, che prima del matrimonio giocava con il cognome da nubile e cioè Sanders, sono due giocatrici australiane. Si conoscono da una vita, hanno la stessa età, hanno cinque mesi di differenza. Saville è più famosa, è stata top 50, ha degli scalpi importanti. Hunter in singolare non ha mai sfondato e ora alla soglia dei trent'anni si è riscoperta una formidabile doppista: è stata numero 1 e ora è numero 3, ha giocato con Siniakova la finale a Wimbledon.
Entrambe hanno disputato il torneo di Indian Wells. Hunter si è qualificata per la finale del doppio – finale poi persa. E dopo quell'incontro è volata di corsa a Miami per giocare le qualificazioni dell'altro 1000 americano di marzo. Per arrivare in tempo, però, ha dovuto peregrinare. Passando da un lato all'altro degli Stati Uniti ha chattato con l'amica Saville, che per esaltare i suoi meriti sul campo ha spoilerato tutti nelle sue stories di Instagram, dove ha raccontato quanto accaduto a Storm Hunter.
Il racconto di Saville comincia così: "Storm Hunter è un eroe assoluto". Sembra il titolo di un tema, un compito in classe su chi si apprezza. Saville racconta in una stories il giorno e mezzo assurdo vissuto da Hunter, che alle 11 del mattino californiano di sabato gioca la finale di doppio a Indian Wells, la perde, e dal campo va di corsa in aeroporto per il volo delle 15.
Ma il volo ha un ritardo e la coincidenza successiva va a farsi benedire. Sbarca a Dallas e dorme in aeroporto, dove cinque ore sula a bordo dell'aereo che la porta a Miami. Lì Storm e il suo staff hanno un problema con l'auto presa a noleggio. L'arrivo è tribolato ma a Miami ci arriva giusto in tempo per un breve allenamento, ma soprattutto per giocare il match di primo turno di qualificazione che vince, dopo tutto questo caos, dopo due ore e trentasette minuti di battaglia contro Cornet.
Daria Saville, che è in corsa nel torneo di Miami, sfiderà Yastremska nel secondo turno, ha postato poi un secondo screen, in questo caso di una conversazione su WhatsApp, nella quale si parla del ritardo in vola (e del rammarico per non poter viaggiare assieme), ma anche di un'altra cosa. In una successiva chiacchierata Hunter chiede a Saville se ha dei pantaloncini da prestarle, perché non è riuscita a disfare le valigie in tempo per partita e allenamento.
La risposta è affermativa. Ma ciò rende forse nemmeno completamente l'idea della fatica di Storm Hunter che, però, si è rifatta. Perché superando poi la tedesca Niemeier nel secondo turno delle qualificazione è entrata nel tabellone principale, dove ha battuto poi l'italiana Martina Trevisan. Hunter ora attende Emma Navarro, testa di serie numero 20. Ma per il suo torneo è entrato già nel mito.