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L’Australia tende la mano a Djokovic: “C’è possibilità di tornare, nelle giuste circostanze”

Novak Djokovic è stato bannato per tre anni dall’Australia, in seguito alla sua espulsione dal Paese dopo la sentenza della Corte Federale. Ma qualcosa si muove già…
A cura di Paolo Fiorenza
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Nella notte italiana Novak Djokovic è arrivato a Dubai dopo aver volato per oltre 13 ore dall'Australia. Da lì si è poi imbarcato su un aereo che lo porterà in patria, a Belgrado. Il campione di tennis era stato espulso definitivamente dal Paese domenica, dopo che la Corte Federale di Melbourne aveva respinto con parere unanime l'ultimo ricorso dei suoi avvocati contro il secondo annullamento del suo visto, al termine di 11 giorni di battaglia legale.

Ha prevalso il pugno duro del Governo, squisitamente politico e non più legato alla validità o meno dell'esenzione medica dal vaccino del serbo: la presenza di Djokovic in Australia poteva trasformarlo in un simbolo per alimentare i sentimenti no vax, così come il suo disprezzo acclarato per le regole di contenimento del virus – come dimostrato dai comportamenti tenuti da positivo, non rispettando l'isolamento – poteva essere un pessimo esempio per gli australiani.

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Il 34enne di Belgrado non potrà dunque difendere il titolo vinto l'anno scorso alla Rod Laver Arena, il nono in Australia dei 20 del Grande Slam messi in bacheca. Ma la sentenza che lo ha cacciato dall'Australia porta con sé anche una pena accessoria: il tennista sarà bannato per tre anni dal Paese. C'è tuttavia una porticina lasciata aperta: "Il visto è stato annullato dal Ministro dell'Immigrazione Hawke – ha detto la Ministra degli Interni Karen AndrewsLa cancellazione è stata confermata dalla Corte Federale, quindi, di conseguenza, gli sarà vietato l'ingresso nel Paese per tre anni". La Andrews ha peraltro aggiunto che se Djokovic dovesse tornare in Australia con ragioni convincenti in futuro "potrebbe essere considerato, ma a questo punto è tutto ipotetico".

Un'apertura che trova una piattaforma legale nello stesso Migration Act su cui ha basato il suo provvedimento Hawke: a Djokovic è ora vietato tornare in Australia per i prossimi tre anni, "tranne in determinate circostanze". Ed anche il capo del Governo australiano, il Premier Scott Morrison, ha fatto capire che il numero uno al mondo potrebbe rivedersi già l'anno prossimo sui campi di Melbourne: "Non ho intenzione di precondizionare nulla di tutto questo o dire qualcosa che non consenta al Ministro di effettuare le decisioni che deve prendere. Voglio dire, l'espulsione dura un periodo di tre anni, ma c'è l'opportunità di tornare nelle giuste circostanze e questo sarà considerato in quel momento".

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