L’Australia minaccia Djokovic, spunta un documento: “Possiamo trattenerlo anche se vince il ricorso”
L'udienza che andrà in scena nella notte italiana in Australia sul ricorso presentato da Novak Djokovic dopo essersi visto respinto il permesso per entrare nel Paese e disputare gli Australian Open potrebbe non mettere definitivamente fine all'annosa questione scatenatasi intorno all'esenzione medica con cui il tennista numero uno al mondo giustifica il fatto di non essere vaccinato contro il Covid (requisito necessario per l'ingresso in Australia).
Dopo il lungo e duro interrogatorio a cui è stato sottoposto, prima sull'aereo che lo ha portato in Australia e poi all'arrivo in aeroporto, il 34enne serbo è stato posto in isolamento dalle autorità australiane in un albergo per essere poi rimpatriato. Djokovic però, con il sostegno anche del suo team della sua famiglia e di tanti tifosi, ha deciso di andare fino in fondo e presentare ricorso sulla cancellazione del visto, trasformando di fatto la vicenda in una questione di Stato nella speranza di poter disputare partecipare agli Australian Open in programma dal 17 al 30 gennaio a Melbourne.
A mezzanotte (ora italiana) comincerà l'udienza che porterà la Federal circuit and family court of Australia di Melbourne ad emettere una sentenza sul ricorso presentato dai legali del numero uno al mondo che sperano di convincere la corte presentando prove sul fatto che la cancellazione del visto al tennista sarebbe stata inficiata da una serie di errori giurisdizionali commessi delle stesse autorità australiane. Come evidenziato dalle motivazioni che il Governo australiano porterà in udienza a sostegno della legittimità del provvedimento preso nei confronti del serbo al suo arrivo in Australia in ogni caso la sua partecipazione agli Australian Open 2022 sembra del tutto impossibile.
Il Governo è infatti convinto che "l'infezione da Covid non è una sufficiente motivazione per ottenere l'esenzione medica e Novak Djokovic non ha fornito ulteriori prove di controindicazione al vaccino" aggiungendo a ciò il fatto che la legge australiana "non dà garanzie di ingresso da parte di un non cittadino australiano nel Paese. Esistono infatti criteri per l'ingresso e ragioni per cui il visto può essere annullato o rifiutato" e che "L'Australia, in quanto paese sovrano, mantiene la massima discrezionalità su chi lascia entrare nel suo territorio".
C'è però un altro punto, evidenziato nella motivazione portata in tribunale dagli avvocati di stato contro il ricorso di Djokovic, che di fatto mette una pietra tombale alla possibile partecipazione del tennista serbo agli Australian Open 2022. Nelle conclusioni del documento che il Governo porterà in aula si legge infatti che: "Anche se Djokovic avesse successo nel suo ricorso contro la decisione iniziale, l'Australia per legge conserva il diritto di trattenere nuovamente Djokovic" lasciando dunque intendere che qualunque sia la decisione del Tribunale di Melbourne al numero uno della classifica ATP non verrà concesso il visto nell'immediato ma, qualora non lasciasse il Paese, sarebbe ancora trattenuto in attesa di un nuovo round in aula.