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Guerra in Ucraina

La tennista ucraina scioccata dai russi in spogliatoio: “Parlano solo di trasferire i soldi”

La 19enne Marta Kostyuk è impegnata negli Stati Uniti nel torneo di Indian Wells, ma cuore e testa sono in Ucraina al fianco del suo popolo sotto attacco russo.
A cura di Paolo Fiorenza
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La guerra è lontana, dall'altra parte dell'oceano, ma per chi ha parenti e affetti in Ucraina è vicinissima. È nel cuore pesante come il marmo, nei pensieri che non se ne vanno neanche per un attimo. Per la 19enne tennista Marta Kostyuk, che a Kiev è nata e cresciuta, impugnare la racchetta e scendere in campo è una veloce parentesi tra l'angoscia del prima e del dopo. La giocatrice ucraina ha superato il primo turno del torneo WTA 1000 di Indian Wells, battendo al termine di una partita emozionante – in cui ha salvato due match point – la connazionale naturalizzata belga Maryna Zanevska.

Una battaglia di oltre tre ore, al termine della quale la Kostyuk – attuale numero 54 al mondo – ha sfruttato il pulpito della chiacchierata coi giornalisti per sfogarsi duramente nei confronti delle sue colleghe e colleghi russi, dicendosi delusa dalla banalità delle dichiarazioni per la pace – nella migliore delle ipotesi – laddove sarebbero servite ben altre parole di condanna per una guerra che da due settimane sta facendo strage di civili. "Onestamente, nell'attuale stato mentale in cui mi trovo, è stato molto difficile andare in campo – ha premesso la 19enne – Non sapevo cosa aspettarmi da me stessa, non sapevo cosa aspettarmi dal mio corpo. Quando mi sono svegliata questa mattina ho pensato: ‘Non ce la farò, non posso vincere'. Ho solo cercato di trovare un modo. Il mio obiettivo principale era combattere e ho combattuto. Il mio lavoro è giocare a tennis e questo è il modo migliore in cui posso aiutare nella situazione attuale".

La Kostyuk e la Zanevska – che è nata a Odessa ma gioca per il Belgio dal 2016 – si sono scambiate un lungo abbraccio dopo la partita: "I suoi genitori sono in Ucraina. Sono in una zona più tranquilla, ma tutti hanno paura. Le ho detto che ha giocato in modo incredibile e che tutto andrà bene. I nostri genitori staranno bene". Secondo la giovane Marta le misure adottate dalle autorità mondiali del tennis in risposta alla guerra non sono sufficienti. I tornei ATP e WTA che si terranno a Mosca in ottobre sono stati sospesi e la Federazione Internazionale di Tennis ha escluso Russia e Bielorussia dagli eventi a squadre di Coppa Davis e Billie Jean King Cup. Ma i tennisti russi e bielorussi possono ancora competere singolarmente nei tornei, sebbene non possano gareggiare sotto il nome o la bandiera di nessuno dei due Paesi.

Marta Kostyuk impegnata nel primo turno di Indian Wells
Marta Kostyuk impegnata nel primo turno di Indian Wells

"Non sono d'accordo con le azioni messe in atto, guardate gli altri sport cosa hanno fatto", ha detto la Kostyuk, con riferimento ai provvedimenti più severi di esclusione totale degli atleti russi e bielorussi annunciati da altre federazioni internazionali. La parte più dura del discorso della tennista ucraina è stata riservata ai suoi colleghi, alcuni dei quali si appellano genericamente alla pace – come il numero uno al mondo Daniil Medvedev – ma non condannano l'aggressione russa, anzi neanche arrivano a pronunciare le parole guerra e invasione: "Non si può essere neutrali in questo. Queste affermazioni ‘no war' mi hanno ferito perché non hanno sostanza".

Nessun tennista russo è mai venuto da lei e si è scusato per quello che il suo Paese le sta facendo: "Un giocatore mi ha scritto, un altro mi ha parlato. Ma non ho sentito scuse, nessuno ha detto di non sostenere quello che stava succedendo. Per me è scioccante. Tutti sanno cosa sta accadendo, mi fa male. Mi fa male ogni volta che entro in uno stadio e vedo tutti i giocatori russi. Il loro unico problema in questo momento è che non possono trasferire denaro. Ne parlano. Non è accettabile per me. Perché i giocatori russi si comportano così? Non ho spiegazioni, non ne ho idea".

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