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Guerra in Ucraina

La tennista ucraina dalla parte degli atleti russi: “Parlate, dite che siete contro Putin”

Dopo l’esclusione dei tennisti russi e bielorussi da Wimbledon, la tennista ucraina Svitolina ha detto la sua lanciando un appello per tutti i colleghi che non potranno iscriversi allo Slam.
A cura di Marco Beltrami
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Non sembra esserci pace per gli Slam in questa stagione. Dopo il caso Djokovic che ha travolto gli Australian Open, anche Wimbledon fa discutere per la decisione di escludere in anticipo i tennisti russi e bielorussi per le conseguenze della guerra in Ucraina. Presa di posizione forte dell'All England Lawn Tennis Club, a capo del torneo di tennis più antico al mondo, giustificata dalla volontà di "limitare l'influenza globale della Russia con i mezzi più forti possibili" con l'obiettivo di non permettere al Cremlino di "trarre vantaggio dal coinvolgimento di giocatori russi o bielorussi nei Campionati". Come prevedibile sono arrivate subito tantissime reazioni da parte degli addetti ai lavori.

Se ATP e WTA hanno definito "ingiusta" la decisione e  il numero 1 al mondo Djokovic si è mostrato spiazzato da questo provvedimento spiegando che a suo dire gli atleti russi non hanno colpe, anche la giocatrice ucraina Elina Svitolina ha voluto dire la sua. La numero 25 del ranking WTA che ha deciso di prendersi un periodo di stop proprio alla luce della situazione in patria in un'intervista alla BBC ha spiegato che forse bisognerebbe concedere ai giocatori russi e bielorussi la possibilità di prendere le distanze pubblicamente da quello che stanno facendo i loro Paesi.

La Svitolina ha chiarito così il suo pensiero: "Non vogliamo che siano banditi completamente. Se i giocatori non si esprimono contro il governo russo, allora è giusto bandirli. Vogliamo solo che parlino, se sono con noi e il resto del mondo o il governo russo. Questo è per me il punto principale. Se non hanno scelto, non hanno votato per questo governo, allora è giusto che possano giocare e competere". In realtà però a Wimbledon hanno escluso questo tipo di opzione, in quanto comunque in caso di presa di posizione dei tennisti russi e bielorussi anti-guerra, a pagare dazio potrebbero essere le loro famiglie.

Difficile in questo momento per la signora Monfils pensare al tennis giocato, con la preoccupazione per la sorte di parenti e amici in Ucraina. Anche per questo la tennista si aspetta che i colleghi russi e bielorussi facciano di più, a prescindere dalla possibilità o meno di partecipare al torneo di Wimbledon. Bisognerebbe a suo dire avere il coraggio di dire la propria, e di invertire una situazione a suo dire inaccettabile: "Ci sono molti giocatori russi che possono fare di più. Posso contare con una mano quanti giocatori russi e bielorussi che mi hanno chiesto come sto e come sta la mia famiglia.  Ecco perché mi sento un po' triste per questa situazione. Personalmente alcune persone dovrebbero fare un po' più di quello che hanno fatto. È un mistero. Il modo in cui si comportano i giocatori russi e bielorussi è molto, molto triste. Siamo colleghi che ci vediamo ogni settimana, quindi è scioccante vedere questo cambiamento e così velocemente".

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