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La scelta sofferta di Sinner per il tennis: ha spiegato perché non vede mai la sua famiglia

Jannik Sinner dopo la vittoria di Miami ha parlato del suo rapporto con la famiglia e del perché loro non si possono vedere spesso. Una scelta in cui conferma il suo pragmatismo.
A cura di Marco Beltrami
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Jannik Sinner è unico, e non solo per i suoi eccezionali risultati che gli hanno permesso di diventare il primo numero 2 al mondo italiano della storia. Dopo la vittoria del torneo di Miami con il successo in finale su Dimitrov, il tennista altoatesino è tornato a parlare della sua famiglia, e delle sue origini. Non può trascorrere, per ovvi motivi, tutto il tempo che vorrebbe con i suoi genitori, il fratello e i nonni Sinner, al quale però basta sapere che loro stiano bene e siano felici.

Papà Hanspeter e mamma Siglinde non hanno cambiato la loro vita dopo che il loro amatissimo figlio ha visto la sua popolarità schizzare alle stelle. I genitori di Jannik continuano a lavorare, e l'unica "eccezione" è rappresentata dal papà che quando può segue il team di Sinner lavorando per loro come cuoco. Mette la sua esperienza al servizio del figlio e della sua formidabile squadra che sta conquistando risultati eccezionali.

Cambierà qualcosa ora per loro? Sinner in questo senso ha le idee chiare: "Loro continueranno a fare la loro vita, e poi io farò la mia vita (sorride, ndr). Di sicuro, mio ​​padre per esempio era venuto a Indian Wells. Ci sono tre, quattro tornei in cui potrebbero seguirmi come Monaco, Roma e Vienna e fine anno spero alle Finals di Torino se gioco. E questo è tutto. Non viaggeranno molto, almeno fino ad ora".

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Ci sono delle priorità, e una di queste è stare vicino ai nonni. D'altronde lo stesso Sinner dopo gli Australian Open (quando aveva dedicato il successo ai suoi genitori) ha deciso di non regalarsi vacanze "eccezionali" ma di tornare a casa per stare in famiglia e condividere momenti felici con chi non può vedere con costanza: "Li conosco, quindi ho anche la nonna e il nonno che ormai hanno una certa età e ai quali vogliono stare vicini. Abbiamo la famiglia in quella casa. Vivono in un posto bellissimo, e stanno bene lì. Sicuramente personalmente mi manca un po' il tempo con i miei genitori, perché ho lasciato casa quando avevo 13-14 anni. Quindi non ho avuto molto tempo da trascorrere con loro".

E anche parlando dell'argomento familiare, Sinner si conferma un ragazzo molto maturo e pragmatico. La priorità infatti per il giocatore, che ora si concentrerà sulla stagione della terra rossa, a prescindere dalla possibilità di vedersi, è che stiano tutti bene: "Poco tempo con loro? Spero di riuscire a rimediare in futuro, ma, voglio dire, per me è più importante se loro sono felici. So di essere felice. Se io sono felice, loro sono felici. Va tutto bene".

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