La rivolta dei tennisti in protesta contro Wimbledon: un piano per supportare i russi esclusi
La stagione sulla terra rossa è entrata nel vivo, sulla strada che porta all'evento più atteso ovvero il Roland Garros. A far discutere però non è lo Slam parigino, ma il successivo in programma a Londra dal 27 giugno al 10 luglio. Stiamo parlando di Wimbledon 2022, l'evento principe del tennis nonché il torneo più antico di sempre. L'edizione stagionale però oltre che per il gioco è destinata ad essere ricordata per le polemiche, un po' come accaduto agli Australian Open 2022 contraddistinti dal caso Djokovic. Questa volta l'oggetto del contendere non è lo status vaccinale del primo giocatore del mondo, ma l'esclusione da parte degli organizzatori di Wimbledon di tennisti russi e bielorussi come conseguenza della guerra in Ucraina. Una situazione che oltre a sollevare un polverone infinito, ha innescato le proteste degli altri giocatori, solidali con i loro colleghi.
L'All England Lawn Tennis and Croquet Club, organizzatore del torneo di Wimbledon, su pressione del governo britannico ha deciso di impedire l'iscrizione di tennisti russi e bielorussi. Una presa di posizione legata alla volontà di non garantire, attraverso le imprese dei giocatori di questi due Paesi, visibilità a chi ha invaso l'Ucraina e al Paese che ha sostenuto Putin. I Champhionship sono per certi versi indipendenti dal Tour e infatti gli organizzatori possono adottare un proprio regolamento, come quello per esempio legato all'obbligo per i giocatori di vestire di bianco, o quello relativo all'assenza di tie break nel quinto set, poi rimossa.
In quest'ottica i vertici dell'appuntamento londinese hanno deciso di distinguersi da tutti gli altri appuntamenti del circuito, che sono sotto l'egida dell'ATP, dove i tennisti russi e bielorussi possono giocare ma senza bandiera e inno, come accaduto alle Olimpiadi. Scelta che ha fatto molto discutere, e che è stata criticata e non poco dalle stelle della racchetta del presente e del passato. Panatta ha parlato di "razzismo", mentre Djokovic e Nadal si sono schierati pubblicamente dalla parte dei loro colleghi esclusi (lo spagnolo ha ricevuto le critiche dell'ex giocatore Stakhovsky che ha imbracciato il fucile per difendere il suo Paese).
Dalle parole però i giocatori vogliono passare ai fatti. In Inghilterra infatti nelle ultime ore si è parlato di una vera e propria rivolta dei tennisti che hanno esortato l'associazione che li rappresenta, ovvero l'ATP, a prendere posizione. E l'Association of Tennis Professionals si è dimostrata favorevole a supportare la posizione delle stelle del tennis, per le quali ai colleghi russi e bielorussi non dovrebbe essere impedito di competere per le colpe dei governi dei loro Paesi. Il tutto è stato formalizzato negli incontri che si sono svolti la scorsa settimana a Madrid e a Roma. La risposta che l'ATP è pronta a mettere sul tavolo è molto dura: siccome Wimbledon nonostante la sua indipendenza organizzativa, risponde comunque al ranking dell'ATP, quest'ultima è pronta a togliere tutti i punti in palio nello Slam. Una soluzione clamorosa, con i giocatori che in pratica non collezionerebbero punti in occasione dei loro match, inutili in termini di classifica.
In pratica Wimbledon si giocherebbe solo per i premi in denaro e per la "gloria", diventando come un ricco torneo di esibizione con i partecipanti che avrebbero un ranking congelato. Questa situazione potrebbe spingere molti tennisti a scegliere di andare a giocare altrove o a modificare il proprio programma, con l'obiettivo di conquistare punti per la propria classifica dove è regolarmente possibile. Secondo fonti, l'ATP vorrebbe agire di concerto con le sue controparti femminili, il WTA Tour.
I rumours su questa possibile risposta dell'ATP all'All England Lawn Tennis and Croquet Club, hanno fatto arrabbiare il governo inglese. Il deputato laburista Chris Bryant ha affermato che la mossa penalizzerebbe i Championship, contrastando quella che viene definita come una posizione corretta e di principio dopo l'invasione dell'Ucraina . "Questo è scandaloso – ha detto Bryant al Times – Ognuno deve fare tutto il possibile per garantire che la barbara invasione di Putin fallisca. Qualsiasi cosa". L'erba di Wimbledon rischia di bruciarsi.