La racchetta spaccata da Djokovic a Wimbledon è nelle mani di un uomo sfrontato: vale una fortuna
Novak Djokovic questa volta a Wimbledon ha subito una tremenda delusione. L'ex numero uno del mondo è stato sconfitto in finale al quinto set da Carlos Alcaraz, che ha messo le mani sul tennis in modo definitivo. A vent'anni lo spagnolo ha conquistato il secondo Slam ed ha mandato anche così la prima posizione mondiale. Djokovic si è commosso a fine partita, ora andrà in vacanza e tra qualche settimana in Nord America sarà già pronto a sfidare Alcaraz e tutti i migliori. Ma intanto si parla del serbo per la racchetta che ha rotto al quinto set e che uno spettatore ha avuto in regalo, e quello spettatore ora può diventare molto ricco.
Una finale bella, tesa, intensa che si è decisa al quinto set. Il pathos era enorme, la tensione era ai livelli massimi. Il numero uno di oggi contro quello di ieri, che in realtà era e resta un numero uno bis. Il confronto generazionale all'ennesima potenza, considerati i 16 anni di differenza tra Alcaraz e Djokovic, che al terzo gioco del quinto set commette un errore banale e perde il servizio. È break. Sarà il break decisivo. Furioso il serbo tira una racchettata sulla rete, colpisce in pieno il paletto, che subisce anche delle conseguenze. L'arbitro Fergus Murphy l'ammonisce.
Djokovic va a sedersi, sa benissimo che quello può essere il momento che lo condanna. Mentre si accomoda in panchina sente uno spettatore della prima fila dirgli qualcosa. Novak ascolta quell'uomo che con coraggio e sfrontatezza gli dice: "Posso avere la racchetta rotta?". Il 23 volte vincitore Slam lo guarda e gli risponde: "Certo, perché no". E quando si rialza gliela dona. Una scena surreale. Un gesto da Djokovic, che ha sempre avuto un contatto diretto con tifosi e spettatori.
Quell'uomo viene immortalato da fotografi e telecamere. La partita continua. Il contro break non arriva. Alcaraz è campione di Wimbledon per la prima volta. Djokovic subisce un'amara delusione e perde 6-4 al quinto. I due finalisti si salutano, si abbracciano, parlano davanti alle telecamere, rispondono alle domande della Principessa Kate, poi tutti negli spogliatoi e dopo i commenti finali per la grande impresa di Carlos, la scena se l'è presa quello sfrontato spettatore, che è stato intercettato dai media inglesi.
Quell'uomo, vestito con una giacca gialla che fa pensare a Jep Gambardella, e con un vistoso cappello, è serbo, come Djokovic e rilasciando una breve intervista ha detto: "Mi chiamo Milan, sono serbo come Novak, vivo a Londra da 23 anni e questa è stata la mia 23ª finale consecutiva a Wimbledon. Ho chiesto la racchetta a Djokovic e me l'ha data".
Lasciando perdere questo 23 che aleggia come numero – gli anni che questo signor Milan vive a Londra e il numero delle finali da lui seguite e soprattutto il numero degli Slam vinti da Djokovic – viene da pensare facilmente che quella racchetta ben presto raggiungerà valori economici notevoli. E questo signore serbo trapiantato a Londra osando, facendo una semplice domanda a uno dei più grandi tennisti di sempre ha ottenuto una racchetta, storica, e potenzialmente ha tra le mani un piccolo tesoro.