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Australian Open

La profezia di Gianni Clerici quando Sinner era numero 96: “Mai visto tennista italiano più dotato”

Oggi è facile salire sul carro di Jannik Sinner, dopo la vittoria dell’azzurro nell’Australian Open, ma cinque anni fa non era da tutti sbilanciarsi così tanto su un ragazzo magro che era appena nei primi 100 al mondo. Gianni Clerici sapeva quello che diceva: “E lo posso dire proprio io che ho incontrato Nicola Pietrangeli sedicenne”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Oggi tutta Italia si è risvegliata con una racchetta in mano, popolo di tennisti oltre che di santi, poeti e navigatori. Merito di Jannik Sinner e della sua straordinaria impresa all'Australian Open: il 22enne altoatesino battendo Medvedev in finale è diventato il primo italiano a vincere il torneo di Melbourne in singolare, nonché il primo a trionfare in qualsiasi Slam dopo 48 anni (l'ultimo era stato Adriano Panatta nel 1976 al Roland Garros). Ora è facile dire che questo ragazzo timido dai capelli rossi ha colpi e testa da campione, che nulla gli è precluso fino ad arrivare in futuro al numero uno al mondo (oggi è 4 nel ranking), ma nel 2019 Sinner era soltanto un progetto di qualcosa che appena si intravedeva: in quel momento Gianni Clerici pronunciò una profezia che oggi appare davvero illuminata.

Il grande giornalista e scrittore, morto il 6 giugno 2022 a 91 anni, si sbilanciò parecchio sul conto di quel ragazzo allora 18enne, che aveva appena visto giocare a Milano nelle Next Gen ATP Finals (quelle che vedono impegnate le giovani promesse del tennis mondiale). Il bolzanino avrebbe poi vinto il torneo, superando in finale Alex de Minaur, di due anni più grande di lui.

Jannik Sinner con la coppa dell'Australian Open: alle sue spalle la skyline di Melbourne
Jannik Sinner con la coppa dell'Australian Open: alle sue spalle la skyline di Melbourne

Clerici scrisse un pezzo per Repubblica l'8 novembre del 2019, dopo i primi tre match del torneo, alla vigilia della semifinale poi vinta con Kecmanovic: "I colpi di Sinner sembrano esistere dai tempi dell'asilo. Forse potrebbe andare di più a rete, ma lo farà seguendo i suggerimenti di Riccardo Piatti (l'allenatore di allora, ndr) che non dimentichiamolo ha tenuto a battesimo Djokovic. Non si è mai visto insomma un tennista italiano più dotato, e lo posso affermare proprio io che ho incontrato su un campo del vecchio Parioli Nicola Pietrangeli sedicenne".

In quel momento Jannik era appena dentro la Top 100, numero 96 al mondo, poi la settimana dopo avrebbe vinto il Challenger di Ortisei senza perdere un set, salendo così alla 78sima posizione e diventando il più giovane tennista italiano a entrare nella Top 80 dal 2003. Una bella scalata – se si pensa che all'inizio di quel 2019 Sinner era addirittura numero numero 553 al mondo – ma parliamo comunque di un livello ancora lontanissimo dal gotha del tennis mondiale. Eppure Clerici aveva visto in quel ragazzino magro qualcosa che il suo occhio di scriba forgiato dai ‘gesti bianchi' non aveva potuto non notare come clamorosamente diverso dagli altri.

Sinner durante la finale con Medvedev: al servizio ha fatto miglioramenti enormi
Sinner durante la finale con Medvedev: al servizio ha fatto miglioramenti enormi

Sono passati più di 4 anni da quella profezia e quel progetto di campione è fatto e finito. Anzi no, a giudicare dalle parole di Sinner dopo la vittoria più importante della sua carriera: "Sono felice di aver dato una gioia ai tifosi italiani, ma il lavoro non è finito, anzi: è appena cominciato. Devo tornare in palestra, diventare più forte fisicamente, anche mentalmente qualcosina si può aggiungere. Gli avversari ormai mi conoscono bene…".

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