La premiazione del torneo femminile agli Internazionali di Roma è un disastro: tenniste incredule
Approssimazione. Superficialità. Qualche errore perfino nella pronuncia dei nomi. Imbarazzo anche nella consegna dei trofei: per la serie, lo do io… lo dai tu… dove mi devo mettere? E la tennista si ritrova spaesata perché non sa chi, quando, come le darà il premio per la foto di rito. Sarà stata l'ora, sarà stato lo stress di un match iniziato tardi, condizionato dalle condizioni avverse del tempo, e finito verso la mezzanotte per il ritiro di una delle concorrenti, fatto sta che la premiazione della finalissima del torneo femminile degli Internazionali di Roma è una sbavatura di rimmel che macchia tutto il viso.
Non per quel che è successo durante il match ma per quanto accaduto nel corso della cerimonia conclusiva che vede l'una accanto all'altra la vincitrice, Elena Rybakina, e l'avversaria, Anhelina Kalinina, costretta al ritiro per un problema muscolare.
L'impressione che se ne ricava, per chi l'ha visto e per chi non c'era (ma se n'è reso conto attraverso i filmati), è di ritrovarsi alla fine non di una tappa importante del tennis iridato ma di un'altra di cabotaggio minore, dove non si fa molto caso alla cura dei dettagli perché le risorse a disposizione sono notevolmente inferiori così come la platea mediatica (oltre a quella presente sulle tribune) è inferiore per numero fisico e riverbero social rispetto a palcoscenici di ben altro ambito. E invece no, per fortuna o purtroppo.
Deve essersi trattato di un glitch del protocollo, quel malfunzionamento improvviso che spiazza l'organizzazione e rischia di rovinare tutto. A cominciare dal microfono che fa i capricci quando a Rybakina viene data parola per il discorso di rito e il commento nel quale, oltre a ringraziare tutti, c'è un pensiero gentile per Kalinina che le ha ceduto il passo. Tutto molto bello, all'insegna del fair-play e dell'orgoglio personale.
Peccato per i pasticci che avvengono poco dopo. Il "piatto" diventa "targa", pure questo lapsus del conduttore fa parte del bello (o del brutto) della diretta e quando arriva il momento di renderle grazia, le due tenniste sono sistemate male rispetto al tavolo della premiazione, la persona addetta a porgere a Kalinina il trofeo si fa trovare posizionata accanto all'avversaria che ha trionfato.
Finita qua? No. L'espressione di Rybakina, che viene acclamata ma resta lì, ferma, in attesa di qualcuno che prenda la coppa, gliene faccia omaggio e accenna un gesto del tipo "me la date o la prendo da sola?", è la chiosa che entra nel corredo accessorio di un cerimoniale che avrebbe meritato ben altra perizia e scivola via tra i fischi agli organizzatori dell'evento, qualche impropero che echeggia dagli spalti e una serie di mugugni che hanno fatto da sottofondo.
Com'era andata la partita? Elena Rybakina diventa la nuova regina di Roma all'inizio del secondo set, quando Anhelina Kalinina è costretta al ritiro per un infortunio alla coscia sinistra. Abbandona sul risultato di 6-4, 1-0. Il resto, per chi l'ha scritto e l'ha messo in scena, fa parte di un copione recitato (male) a braccio. Peccato, davvero.