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La personalità di Sinner dinanzi alla leggenda Panatta: “So chi sei, io penso alla mia storia”

L’azzurro ha replicato in diretta tv, alla Domenica Sportiva, all’ex campione e ribadito un concetto: “So che tu hai vinto a Roma, a Parigi, Coppa Davis e tantissime altre cose” ma non gli interessano i paragoni con il passato.
A cura di Maurizio De Santis
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Il messaggio di Sinner a Panatta in collegamento con la Domenica Sportiva.
Il messaggio di Sinner a Panatta in collegamento con la Domenica Sportiva.

Una leggenda del tennis italiano di ieri, un talento odierno che un po' lo è già diventata e ha ancora tanta strada davanti. Adriano Panatta e Jannik Sinner si sono ritrovati di fronte virtualmente negli studi della Domenica Sportiva. Il messaggio a distanza ha ribadito come, nel rispetto degli avi e dei colossi di un tempo, l'azzurro abbia abbastanza personalità per non lasciarsi impressionare dai giudizi, dai paragoni, dai record e dai dati statistici, da chi lo tira per la giacchetta mentre a lui interessa solo giocare, dare il meglio, crescere, diventare sempre più forte.

L'alto-atesino ha eguagliato l'ex campione azzurro e scritto un'altra pagina di storia agganciando il quarto posto nella speciale classifica del Ranking Atp. È soddisfatto, come non potrebbe esserlo? Ma vuole astrarsi da tutto ciò che considera altro da sé in questo momento, non gli fa ombra, non lo impressiona, non lo avverte né come uno stimolo né come ansia.

Vuole essere se stesso e basta. "La sfida è con me stesso, la storia la faccio per me", aveva svelato pochi giorni fa quando la grancassa mediatica ne aveva messo in controluce il percorso in carriera rispetto a Nicola Pietrangeli e allo stesso Panatta che pure aveva salutato con stile il suo traguardo.

Sinner incontrerà Shelton negli ottavi di finale a Shanghai.
Sinner incontrerà Shelton negli ottavi di finale a Shanghai.

Dopo il trionfo a Pechino, dove ha battuto prima Alcaraz (schiantandolo nel secondo set) e Medvedev (contro il quale ha consumato vendetta e spezzato un tabù) sfoderando giocate al limite delle perfezione assoluta, Sinner non s'è fermato: a Shanghai ha superato Baez in rimonta, mettendo un'altra tacca al numero di vittorie ottenute in stagione (51), avvicinandosi di molto a Corrado Barazzuti (54 nel 1978) e a Panatta (53 nel 1973), nell'attesa di affrontare negli ottavi l'americano Shelton.

Il brusio di sottofondo per la mancata partecipazione alla Coppa Davis di Bologna s'è dissolto. I successi di Sinner lo hanno messo a tacere, tramutando quelle critiche in auspicio che a novembre il suo apporto nelle Finals di Malaga possa risultare decisivo per l'Italia di Volandri.

Sono contento di essere numero 4 al mondo come Adriano – l'incipit del messaggio di Jannik rivolto a Panatta – ma nell'altro senso io guardo un po' a me stesso e alla mia storia… So che tu hai vinto a Roma, a Parigi, Coppa Davis e tantissime altre cose. Io faccio un po' la mia cosa, continueremo a lavorare perché so che c'è ancora tantissimo da fare. Vedremo che fine farò.

Una ‘cosa' alla volta dice Sinner che aveva già detto la sua rispetto alle riflessioni fatte in questi giorni sulla sua impresa: "Non mi interessano i paragoni con il passato, voglio diventare forte io. Vedremo quanto oltre i miei limiti riuscirò a spingermi".

E Panatta aveva aggiunto: "Jannik è una persona straordinaria. Si dedica anima e corpo al tennis ma su di lui ci sono troppe aspettative. Ai miei tempi non c’erano i social ma solo un canale televisivo. Avevamo una stampa diversa da quella di oggi, molto più critica. Sinner deve fare i conti anche con questo ma per quello che ho visto gli scivola addosso".

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