La partita drammatica di Emma Raducanu: “Sentivo la pelle che si strappava dalle mani”
Emma Raducanu è entrata nei quarti di finale del Citi Open di Washington DC ma ha dovuto stringere i denti per la determinazione dell'avversaria (la colombiana Camila Osorio battuta 7-6, 7-6) e per il dolore che provava per impugnare la racchetta.
Caldo umido. Sudore e fatica. Fiato che manca e cuore che sembra esplodere in petto. Stress fisico. Una partita durata lo spazio di due set ma lunga 2 ore e 50 minuti, disputata in condizioni estreme sul cemento. E quella sensazione dolorosa della pelle che sembrava stapparsi via dalle mani a ogni colpo.
Una gara folle prima che un violento temporale concedesse una piccola tregua – provocando la sospensione di altri incontri del torneo – ma lasciasse nell'aria ancora sabbia e calore. Esausta, così la tennista britannica si è raccontata nelle interviste subito dopo la sfida con la sudamericana.
Ogni tanto abbassava lo sguardo, toccava l'arto che era stata costretta a farsi medicare nel corso della gara (qualcosa del genere è successo anche a Osorio), col rischio di dover dare forfait evitato tenendo duro nonostante tutto e avesse voglia di urlare per le fitte.
Le parole che utilizza per spiegare come si è sentita in quei momenti dicono tutto. Sono semplici e d'impatto: "Penso di essere morta circa tre volte in quella partita e di essere tornata… onestamente proprio non so come ho fatto a rientrare".
La giornalista che è in campo accanto a lei le chiede di mostrare la mano. La impugna, la tira su e la mostra alla telecamere perché si vedano i segni della battaglia. Raducanu sta al gioco, non ha nemmeno più la forza per abbozzare un sorriso.
"All'inizio della partita stavo bene – ha aggiunto la campionessa in carica degli Us Open – poi durante la partita sono stata male… ho provato una brutta sensazione. Ho avuto l'impressione che la pelle si stesse strappando dalle mani".
In semifinale Raducanu avrà dinanzi a sé la russa Liudmila Samsonova: è a lei che contenderà l'accesso alla semifinale. Come arriverà all'incontro? Nessuna scusa, nessun dolore. Darà tutto, come sempre e come fatto contro la colombiana. E sa già che sarà durissima. "È un'avversaria che gioca molto all'attacco e ha la capacità di toglierti l'iniziativa del gioco dalle mani. Devo solo recuperare al meglio che posso".