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La moglie di Djokovic: “I nostri figli sono piccoli, ma li sento dire agli altri: sai chi è mio padre”

Jelena Djokovic, moglie di Novak, racconta l’amore e la stima immensi per il campione di tennis: “È un gigante, un onore vivere con lui. La sua migliore vittoria è essere un campione del popolo. nostri figli sono piccoli, però capiscono l’attenzione che il padre riceve. E posso sentirli dire agli altri: tu sai chi è mio padre”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Tanto Novak Djokovic è solido su un campo da tennis, quanto lo è è il suo matrimonio con Jelena Ristic: i due si frequentano fin da giovanissimi, erano nella stessa scuola superiore, si sono fidanzati a 18 anni e sposati una decina di anni dopo, nel 2014. Un rapporto ormai ventennale dal quale sono nati due figli, Stefan e Tara, rispettivamente di 10 e 7 anni. E proprio di loro parla con orgoglio Jelena, intervistata dal quotidiano argentino ‘La Nacion' per parlare in primo luogo della Fondazione Novak Djokovic – di cui lei è cofondatrice e direttrice esecutiva globale – che ha come priorità la costruzione di scuole dell'infanzia (finora ne sono state costruite 58) e altre forme di sostegno a genitori e bambini: "I nostri figli sono piccoli, però capiscono l'attenzione che il padre riceve. E posso sentirli dire agli altri: tu sai chi è mio padre".

Novak Djokovic con la moglie Jelena e i figli Stefan e Tara: l'oro di Parigi è ben in vista
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Jelena Djokovic: "I nostri figli capiscono che il padre è un grande lavoratore ed è molto rispettato"

Il discorso di Jelena non è solo quella di una mamma orgogliosa, ma è da incastonare in quello più ampio relativo alla Fondazione e a come le parole di Stefan e Tara siano il manifesto migliore per capire il senso del lavoro fatto dall'ente che ha sede a Belgrado e che ha investito finora circa 16 milioni di dollari, grazie anche a sponsor pubblici e donatori privati: "I nostri figli sono molto giovani, quindi non capiscono molte cose importanti che lui rappresenta per le persone. Ma capiscono che è un grande lavoratore e che è molto rispettato. Perché lo vedono quando viaggiano e ci sono tanti tifosi e vedono l'attenzione che riceve. Quindi lo capiscono. E posso sentirli dire: ‘ Tu sai chi è mio padre'. È una sorta di vanteria infantile, ma l'altro significato lo si apprende attraverso il lavoro della fondazione. Perché questo è quello che vuole anche Novak, che la sua eredità sia cambiare il mondo per i bambini. Perché da bambino aveva un sogno e lo ha realizzato".

Tutto l'amore di Jelena per Nole: "È un gigante, un onore vivere con lui"

Quando parla di Nole, Jelena si illumina di un misto di amore, ammirazione e stima immensi: "È una storia che amo raccontare la favola che ho vissuto con lui. Non avrei potuto immaginare che questa sarebbe stata una storia che avremmo vissuto, perché era un sogno impossibile realizzare quello che immaginava da ragazzo. E c'erano davvero pochissime persone che si trovavano sulla sua strada per aiutarlo. Ma lui è un gigante mentale, è per questo che è riuscito a ottenere molto più di quanto ci si aspettasse. So quanto sia difficile ottenerlo, la sua vita non è stata facile. So per certo che non si fermerà all'oro olimpico. È un gigante in termini di capacità mentale e spirituale. È un onore vivere con lui e, in qualche modo, ispirarsi a lui".

Nole e Jelena stanno assieme da 20 anni: compagni di scuola a Belgrado
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Cosa lascerà Djokovic, non solo titoli dello Slam: "La sua migliore vittoria è essere un campione del popolo"

Con i suoi 24 titoli del Grande Slam vinti, Djokovic resterà nella storia del tennis e dello sport mondiale, ma per Jelena il suo lascito sarà molto più importante: "Quando vediamo cosa sta succedendo nel mondo, il tennis è un piccolo prisma della vita, ma porta felicità alle persone. Porta gioia. Porta speranza. E c'è qualcosa del genere che vuole lasciare. Mi piace vederlo come un paladino della gente comune. Non da persone ricche. Perché è un uomo comune che viene da una famiglia molto semplice, una famiglia di lavoratori e sognatori. E viaggiando per il mondo vedi tante persone che si ispirano alla sua storia, perché anche loro sono simili a lui. Il tennis è uno sport molto lussuoso, uno sport per bianchi, uno sport per ricchi… ma i tifosi di Novak sono persone normali, persone con un lavoro normale e non sempre possono permettersi i biglietti per andare a vedere le sue partite. Ma quando cammini per strada e vedi gli operai che costruiscono edifici o qualunque altra industria, gridano: ‘Ehi, Novak!' Tutti lo fermano. Penso che sia ciò che ti dà la forza e l'energia per andare avanti. Anche se ha già ottenuto tutto, penso che la sua migliore vittoria sia essere un campione del popolo, sì. È il campione del popolo".

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