La metamorfosi di Sinner: “In allenamento va bene, ma in partita cambia tutto”
Quando i risultati non arrivano, bisogna lavorare ancora più duramente. Un principio che Jannik Sinner, a giudicare dalle dichiarazioni dopoil brutto ko con Fucsovics al primo turno di Wimbledon, ha fatto suo. Non c'è cosa migliore da fare, per cercare d'invertire la rotta in un 2021 che sembrava poter essere l'anno della consacrazione e che invece dopo un ottimo avvio, ha riservato poche soddisfazioni. La delusione, come dichiarato dal diretto interessato, è grande, ma altrettanta la voglia di dimostrare che tutti coloro i quali hanno puntato su di lui non si sono sbagliati.
A Wimbledon, Jannik Sinner ha centrato la terza sconfitta di fila, l'ottava in 18 partite disputata. Il tris di risultati negativi è iniziato al Roland Garros, quando Jannik si è arreso a Rafa Nadal in un match in cui al di là del risultato, pronosticabile, a far discutere era stata la prestazione, troppo simile a quella dell'anno prima. Poi è arrivato il doppio flop sull'erba contro il coetaneo Draper al Queen's, e contro Fucsovics ai Championship. Di certo la superficie verde non è la più gradita al talento italiano che soprattutto nella seconda occasione di è dimostrato davvero poco a suo agio. Nonostante tutto era lecito aspettarsi qualcosa in più, contro due avversari assolutamente alla portata.
Eppure era partito bene Sinner che poi, però è calato alla distanza, mostrando lacune evidenti in quella tenuta mentale che sembrava uno dei suoi punti di forza. Certo alcune scivolate a conferma dello scarso feeling con l'erba, non lo hanno aiutato rendendolo "più insicuro" (come dichiarato in conferenza stampa), ma anche il linguaggio del corpo ha mostrato il suo disagio, con la sensazione di non riuscire a rendere al meglio attraverso anche la ricerca costante del sostegno del suo angolo. Una situazione che abbiamo visto un po' troppo spesso recentemente e che inevitabilmente ha spinto tutti ad interrogarsi, sul perché del suo potenziale non espresso. Sembra essere questo d'altronde l principale problema di Sinner, come candidamente ammesso davanti ai microfoni: "Negli allenamenti sembrava andasse tutto bene ed invece quando giochi la partita vera cambia tutto".
Per quanto riguarda poi l'aspetto più propriamente tecnico, il suo tennis è sembrato a tratti troppo prevedibile e con poche variazioni. Una palla pesante certo, ma spesso facilmente leggibile dall'avversario. Probabilmente anche questo è frutto della mancanza di risultati e dalla carenza di fiducia legata agli stessi. Difficile giocare "spensierati" quanto bisogna costantemente confermare sempre le aspettative. Ecco perché si dovrà cercare di far germogliare queste sconfitte per ritrovare anche quel pizzico d'incoscienza propria dell'età. Quell'incoscienza per esempio che sembra essere anche l'arma in più di Lorenzo Musetti, e che si rivela ovviamente una risorsa anche nei momenti difficili in termini di accettazione della sconfitta. Non bisogna dimenticare infatti che Sinner ha quasi 20 anni, e un'intera carriera davanti.