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La lezione di Sinner: “Il terzo posto? Più importante essere di esempio”. Poi strega il bambino

Sinner dimostra ancora una volta che testa abbia e che persona sia: un campione dentro e fuori dal campo. Il piccolo Lucas è completamente rapito da Jannik, che gli insegna qualcosa per il futuro.
A cura di Paolo Fiorenza
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Jannik Sinner sta riscrivendo la storia del tennis italiano con la stessa velocità della sua pallina. Il 22enne campione azzurro sarà numero 3 al mondo già da domani in caso di vittoria oggi nella finale del torneo di Rotterdam contro il suo amico De Minaur, o in ogni caso lo diventerà sicuramente il lunedì successivo, visto che l'attuale occupante della terza piazza, Daniil Medvedev, ha dato forfait anche a Doha dopo Rotterdam e perderà parecchi punti nel ranking. Mai nessun tennista italiano era stato così in alto nella classifica mondiale nell'era open (Pietrangeli lo fu nel 1959 e nel 1960, ma all'epoca erano i giornalisti a stilare la graduatoria a fine anno), eppure per Sinner c'è qualcosa che conta molto di più: "Essere di esempio".

Lo ripete – con quel suo tono calmo che fa capire anche gli avversari quanto solida sia la sua testa – nell'intervista a Sky dopo aver battuto in semifinale in due set l'olandese Griekspoor: "Come dico sempre, la cosa più importante è di muovere il tennis italiano verso una direzione dove cominciano a giocare molto più i ragazzi, di essere un esempio. Credo che questo ha un peso un po' più importante. Poi alla fine è solo un numero". È che cominciano ad essere tanti i numeri fuori dal normale per Jannik: zero sconfitte nel 2024, 14 vittorie consecutive, 24 vittorie nelle ultime 25 partite, 31 nelle ultime 33.

Jannik Sinner alla fine del match con Tallon Griekspoor a Rotterdam
Jannik Sinner alla fine del match con Tallon Griekspoor a Rotterdam

Sinner è ormai in quella dimensione dei più forti, in cui gli avversari che lo seguono in classifica partono già con grande timore reverenziale e devono sperare che sia in cattiva giornata, mentre i pochi al suo livello, come Djokovic, Medvedev e Alcaraz, sanno che possono essere sonoramente bastonati. Un salto di qualità gigantesco, che ha fatto diventare Jannik un fenomeno di popolarità in tutto il mondo.

Serio in campo, umile fuori, disponibile con tutti: questo è il nostro campione e lo dimostra ogni volta che qualcuno gli si avvicina per chiedergli foto, autografi o qualsiasi altra cosa. L'account ufficiale del torneo di Rotterdam ha pubblicato qualche ora fa il video dell'incontro con un bambino cileno di 12 anni, Lucas, che gioca in un'academy di tennis della vicina Amsterdam. "Ammiro molto come giochi", dice il bimbo completamente rapito da Jannik, chiedendogli poi "quale sia il match più difficile che ha giocato".

"Ne ho avuto alcuni davvero molto difficili – risponde Sinner, che poi insegna qualcosa al suo giovane tifoso – Io penso che ogni volta che tu giochi contro un avversario che non hai mai incontrato prima è davvero difficile, perché non sai cosa aspettarti e per me personalmente il più difficile è stato la prima volta con Rafa (Nadal) a Parigi al Roland Garros e la prima volta con Novak (Djokovic) è stata anche molto difficile a Monte Carlo. Bisogna sempre cercare di imparare qualcosa da questo".

Poi Jannik si complimenta con Lucas per il suo inglese, gli firma una palla da tennis gigante, si fa la foto assieme. Un grande campione italiano. Che cosa meravigliosa.

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