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US Open 2024 di tennis

La lezione di Shelton a Djokovic a 20 anni: “È tutto quello che ho da dire a riguardo”

Ben Shelton ha risposto nella conferenza post partita alla presa in giro di Novak Djokovic al termine della semifinale dello US Open vinta dal serbo.
A cura di Paolo Fiorenza
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Novak Djokovic non vedeva l'ora di farlo, di scimmiottare l'esultanza del suo avversario dopo averlo sonoramente battuto in tre set, ricordandogli che per arrivare ad essere una leggenda ne deve attaccare di telefoni immaginari. L'esuberanza giovanile di Ben Shelton – palesatasi in alcuni momenti della semifinale dello US Open, con un episodio in particolare nel tie-break del terzo set – ha fatto ritenere opportuno al 36enne campione serbo di fargli quella beffarda dedica finale, che ha avuto come conseguenza la successiva gelida stretta di mano tra i due sotto rete.

Il saluto non esattamente caloroso tra Djokovic e Shelton al termine della semifinale dello US Open
Il saluto non esattamente caloroso tra Djokovic e Shelton al termine della semifinale dello US Open

Shelton, rivelazione del torneo newyorchese, aveva celebrato così la vittoria su Tiafoe nei quarti, facendo una telefonata immaginaria e poi compiendo il gesto di riattaccare, a simboleggiare la pratica appena chiusa. Djokovic prima lo ha superato col punteggio di 6-3/6-2/7-6(4), poi ha replicato quella mossa.

Inevitabile che la questione fosse oggetto di domande nelle successive conferenze di entrambi, col numero 2 al mondo che ha rincarato la dose della presa in giro: "Mi era davvero piaciuta l'esultanza di Ben, l'ho trovata molto originale, così l'ho copiata. Ho rubato la sua esultanza".

Molto maturo dal canto suo Shelton, a dispetto dei 20 anni. Il giocatore di Atlanta ha replicato con due concetti, senza alcun tono o parola fuori posto: da un lato ha spiegato che ognuno esulta come vuole, dall'altro ha enunciato una massima appresa da piccolo che ha rimandato la palla nel campo di Novak.

"Non l'ho visto fino a dopo il match – ha esordito il numero 47 del ranking – Sai, non mi piace quando sono sui social e vedo la gente dirmi come posso o non posso esultare. Io penso che se vinci la partita, ti meriti di fare qualsiasi cosa tu voglia. Quando ero un bambino, mi è stato insegnato che l'imitazione è la forma più sincera di adulazione. Quindi questo è tutto quello che ho da dire a riguardo". Il ragazzo sembra avere tutto per fare strada, in primis la testa: ne sentiremo parlare ancora.

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