La lezione del glaciale Djokovic alla Biles: “La pressione è un privilegio”
Tutelare la propria salute mentale, messa a repentaglio dall'eccessiva pressione che grava sulle proprie spalle. La tennista Naomi Osaka prima e la ginnasta Simone Biles poi hanno deciso di prendersi un momento per se stesse mettendo da parte l'attività sportiva agonistica. Clamorosa la decisione della classe 1997 americana campionessa olimpica in carica che ha deciso di rinunciare addirittura ai Giochi di Tokyo. C'è però chi, come Novak Djokovic interpellato sull'argomento, è andato qualche modo controcorrente, definendo invece la pressione come "un privilegio".
Nella stagione in cui punta a vincere il Golden Slam, ovvero i quattro tornei del Grande Slam (ha già vinto Australian Open, Roland Garros e Wimbledon) e le Olimpiadi, Novak Djokovic ha dovuto affrontare in campo anche momenti molto difficili. Basti pensare ai match contro Berrettini, in Francia e a Londra, quando si è ritrovato a fare i conti con uno "stress" eccessivo, che ha portato anche a reazioni non proprio nella norma. Proprio in quelle situazioni il numero 1 al mondo è riuscito a caricarsi, sapendo così trarre il massimo da una situazione di difficoltà, e girando il tutto a proprio favore.
Sfruttare la "pressione" a proprio vantaggio, facendo sì che diventi un "privilegio" e uno stimolo. È questo il Djokovic-pensiero, su un argomento tornato alla ribalta dopo la bandiera bianca virtuale alzata da Simone Biles, fenomeno della ginnastica americana che ha rinunciato a sorpresa a difendere il titolo di campione olimpico a Tokyo. "Ho il peso del mondo sulle spalle" aveva dichiarato l'atleta, che ha deciso di fare un passo indietro per allontanare i "demoni". Djokovic sulla questione è stato perentorio: "Per sperare di rimanere ai vertici dello sport, devi imparare a gestire la pressione. In campo e fuori, tutte le aspettative… ho imparato a sviluppare un meccanismo per gestirlo in modo che non mi dia più fastidio, non mi sfinisca più".