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Roland Garros

La grandezza di Sinner, mentalità vincente è anche saper perdere: “Alcaraz è stato bravo, l’anca non è una scusa”

Un campione si vede anche nella sconfitta, Sinner riconosce i meriti dell’avversario. “Sono deluso ma anche questo fa parte del mio percorso di crescita. Devo accettarlo e pensare solo a come batterlo la prossima volta”.
A cura di Maurizio De Santis
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Jannik Sinner non cerca scuse per la sconfitta in semifinale al Roland Garros contro Carlos Alcaraz. La grandezza di un campione si vede da questi particolari che fanno tutta la differenza del mondo: bisogna saper perdere. E farlo riconoscendo i meriti dell'avversario, perché per quanto possa far male a nessuno piace uscire a capo chino dal campo, non solo è sinonimo di profonda lealtà sportiva ma anche di grande maturità emotiva. Le stesse che lo hanno portato a segnalare all'arbitro un errore a suo favore di cui non ha voluto approfittare. Perché ora dovrebbe comportarsi diversamente? Non può, né vuole.

"Sicuramente nei set vinti Carlos ha giocato meglio sui punti importanti. Penso che quella sia stata la chiave. Ovviamente sono rimasto deluso da come è andata a finire, ma fa parte del mio percorso di crescita".

Il sospetto e il dubbio sono legittimi: nella lunga battaglia con lo spagnolo (durata 4 ore circa) l'alto-atesino può aver il periodo di inattività per l'infortunio all'anca. Se l'iberico è arrivato al meglio della condizione alla sfida contro il nuovo numero al mondo (Djokovic è stato bloccato dall'operazione al ginocchio per l'infortunio al menisco), l'impressione è che – come ammesso da Bertolucci sui social dopo l'incontro – alla lunga le settimane di stop abbiano inciso sulla partita.

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Jannik, però, non cerca attenuanti per giustificarsi tant'è che, quando gli viene chiesto dell'anca e di come s'è sentito nel corso del match, replica con grande onestà a prescindere dalle riflessioni tecniche.

"L'anca andava bene. Anche se più la partita va avanti, più l'anca destra non ha la forza dell'anca sinistra. Credo sia anche normale in questo momento. A volte avverto la differenza, soprattutto se la partita si protrae oltre le 2 ore e mezza e arriva a 4 ore come con Alcaraz. Ma questa non è una scusa. Mi stavo muovendo bene. Mi sentivo abbastanza bene in campo. Quindi non sono più preoccupato per l'anca. Sono solo deluso per come è andata. Devo solo accettarlo" 

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Intensità fisica, agonismo puro, grande tecnica, gioco di nervi oltre che di colpi. Nella partita tra Sinner e Alcaraz s'è intravisto il futuro, la possibilità che siano loro a sfidarsi per la leadership mondiale e la conquista dei trofei più importanti in carriera. L'azzurro non si tira indietro a ribadisce il concetto.

"Se guardiamo i risultati, è sempre più probabile che ci troveremo di fronte in semifinale, in finale oppure quarti. Sicuramente in partite molto importanti. Una situazione del genere dà spettacolo ed è emozionante soprattutto quando gli scontri diretti sono piuttosto ravvicinati. Il vincitore è felice e poi il perdente cerca di trovare un modo per batterlo la prossima volta. Questo è quello che proverò a fare".

Nemmeno i crampi muscolari avvertiti nel corso dell'incontro (ne è stato preda anche Alcaraz) sono un'attenuante che Sinner tra in ballo. Anzi, al riguardo spiega come sia riuscito a gestire al meglio la sua condizione in quei momenti più di quanto non abbia fatto in passato in altre situazioni del genere.

"Un po' di preoccupazione c'era – ha aggiunto Sinner -. Ma ho affrontato la cosa meglio rispetto ad altre simili precedenti. Non ero preoccupato per il mio corpo. Se guardiamo il lato positivo, sono sicuramente migliorato rispetto allo scorso anno".

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