La forza di Tatjana Maria: un anno fa dava alla luce la seconda figlia, oggi è in semifinale a Wimbledon
Ad aprile di un anno fa Tatjana Maria era divenuta mamma per la seconda volta della piccola Cecilia. In tribuna c'era tutta la famiglia ad assistere al match, compresa l'altra bimba (Charlotte, 8 anni) in compagnia del papà/marito, Charles-Edouard. "È pazzesco", dice la tennista tedesca con le lacrime agli occhi e il sorriso più bello rivolto verso i suoi cari. "È un sogno viverlo con la mia famiglia, con le mie due bambine".
Continua a ripeterlo (e a ripeterselo) anche dopo l'abbraccio con la connazionale Jule Niemeier battuta in 3 set (4-6, 6-2, 7-5) a Wimbledon conquistando una vittoria che le spalanca la qualificazione per la semifinale. In pochi avrebbero scommesso che lei, mai arrivata oltre il terzo turno di una Major (ironia della sorte sempre sull'erba britannica, nel lontano 2015) e senza vittorie in uno slam dal 2018 (Us Open), potesse coniugare ancora ambizioni agonistiche e maternità.
"Non importa quanti anni hai o quanti figli hai, devi solo andare avanti e avere fiducia in te stessa. Per questo sono sempre tornata anche dopo le gravidanze", la frase scandita dopo il successo negli ottavi di finale è il manifesto della sua partecipazione al torneo sull'erba. E spiega come a 34 anni (35 li compirà ad agosto), da numero 103 al mondo (mentre a marzo scorso era addirittura scivolata fuori dalle prime 250) ha compiuto un passo importante in carriera.
L'australiana Sharma, la rumena Cirstea, la greca Sakkari, poi la lettone Ostapenko e infine Niemeier liquidata in 2 ore e 17 minuti: un filotto insperato che la porta a esclamare con disarmante sincerità: "Ho la pelle d'oca, quella contro Jule è stata una partita molto dura".
L'erba è la superficie sulla quale ha sempre dato il meglio di sé: è su quel fondo che nel 2018 si aggiudicò il primo titolo WTA con il trionfo al Mallorca Open mentre il secondo – quasi un segnale propiziatorio – è arrivato a Bogotà a una esatto di distanza dal parto.
Orgoglio, coraggio, fiducia l'hanno aiutata a non fermarsi mai. E dalla platea di Wimbledon ha lanciato un messaggio forte e chiaro. L'emozione odierna sottolinea quel che aveva detto nemmeno pochi giorni prima: "Spero di essere un esempio per tutte le mie colleghe affinché comprendano che si può essere madre e al tempo stesso riprendere a essere competitivi". Ma non chiamatela favola, è la vita.