La Coppa Davis spacca l’Italia del tennis, Barazzutti: “Da Volandri falsità, da Panatta cattiverie”
Corrado Barazzutti, prima da giocatore e poi da tecnico, ha dato lustro al tennis italiano nel mondo. Il classe 1953 è stato uno dei tennisti azzurri più competitivi di sempre, protagonista di successi importanti sia a livello individuale (a lungo numero uno italiano, campione assoluto di singolare per sette anni di fila, con 5 titoli all’attivo e il best ranking di 7° giocatore al mondo) che con la Nazionale italiana. Memorabile il successo in Coppa Davis del 1976, per non dimenticare le altre tre finali all’attivo.
La passione per il tennis lo ha accompagnato anche dopo il ritiro, con il fortunato ruolo di capitano della nazionale femminile (con cui si è aggiudicato ben 4 titoli mondiali) e della squadra maschile di Coppa Davis. Dal 2019 poi ha seguito anche Fabio Fognini, con il quale è tornato a collaborare pochi mesi fa dopo una parentesi di circa 3 anni. Tra i due c'è un feeling speciale.
Ai microfoni di Fanpage.it, Barazzutti ha voluto proprio parlare del "caso Fognini" e, in particolare, del botta e risposta tra il tennista ligure e il capitano della squadra italiana Volandri. Quest'ultimo, nel rispondere al giocatore sfogatosi per le modalità dell'esclusione in Coppa Davis, ha rivolto parole non gradite a Barazzutti che si è visto "costretto" a rispondere per le rime. Un'occasione anche per spaziare sugli US Open, sui giocatori azzurri e sul successo di Djokovic.
Barazzutti, le parole di Volandri sulla sua gestione di Fognini ("sotto la mia gestione è sempre stato trattato come gli altri, e capisco che ne abbia potuto risentire") l'hanno particolarmente infastidita.
"Non discuto le scelte di Volandri, che sono sue e sue soltanto. La sua gestione dei giocatori, di Fognini e il suo rapporto con lui sono un fatto suo personale, non entro nel merito. Ho semplicemente voluto rispondere a Volandri perché mi ha messo in mezzo, quando ha insinuato – e non è una cosa carina – una falsità dicendo che Fognini durante la mia precedente gestione sarebbe stato favorito, mentre con lui, e il suo nuovo arrivo, tutti i giocatori sono uguali e le cose sono cambiate".
Un riferimento al periodo in cui lei ha guidato la squadra e al suo rapporto con Fabio.
"È un’insinuazione molto grave e non ho gradito neppure il commento di Panatta in televisione. Ha detto ‘Barazzutti non è diplomatico e poi Volandri ha preso il suo posto', facendo un'allusione. Evidentemente anche lui non ha seguito bene la vicenda. Non è riuscito a non farsi scappare una cattiveria nei miei confronti. Ripeto, per me le scelte di Volandri sono problemi suoi, ma quando dice cose false e mi mette in mezzo per problemi con i giocatori, mi obbliga a dare una risposta".
Ha avuto la sensazione a tal proposito che ci sia un pregresso, magari con Fognini.
"Non capisco perché deve dire o insinuare che i suoi cattivi rapporti con Fabio sono colpa mia. È una scorrettezza grave, che non c’entra niente. Lui fa il capitano al posto mio. Deve essere contento, no? Cosa vuole più di così? Vuole anche parlare male di me? Io non voglio parlare di Filippo, vorrei che mi lasciasse fuori dai problemi con i giocatori. È una questione di rispetto e di educazione. È doveroso".
Senza entrare nel merito delle scelte, la sensazione è che Fognini stia bene. A Genova è arrivato in finale…
"Fognini sta bene, si sta riprendendo. A Genova ha perso la finale contro un giocatore molto forte (Seyboth Wild, ndr) che tra poco sarà tra i primi 50. Sta recuperando e lo farà sempre di più. Io posso dire quello che vedo perché non sono informato e mi faccio delle domande: ho visto la convocazione di Valvassori, che si è ritirato per un problema alla schiena a Genova. Un torneo dove c’era anche Fognini che è arrivato in finale. Mi pare di aver visto Passaro come riserva per la Coppa Davis. Io a questo punto mi auguro che Valvassori stia bene e disponibile a giocare, come ha detto Volandri, sennò…".
È anche la sua speranza, dunque, che Vavassori possa essere arruolabile per il doppio.
"Fabio non ha problemi a stare fuori, non è quello. Non voglio alimentare altre polemiche perché la squadra di Coppa Davis deve stare tranquilla e pensare a giocare. L’unico interesse deve essere quello di portare a casa gli incontri e qualificarsi per Malaga. Però ripeto, sono stato obbligato a rispondere a Volandri perché non avevo nessuna intenzione di mettermi in mezzo a quelli che sono i suoi rapporti con Fognini, anche se io gli sto dando una mano ed è chiaro che ci sentiamo. Mi auguro che Vavassori sia pronto per giocare il doppio sennò se sta male non si capisce perché è stato convocato".
Dunque non sono state le scelte di Volandri a farla indispettire, ma le sue parole.
"Sono dispiaciuto naturalmente per Fabio perché come ha detto lui non c’è stato un percorso proprio trasparente nella scelta di lasciarlo fuori. Secondo me Volandri fa le sue scelte nel bene e nel male e queste vanno rispettate. L’importante, però, è che certi percorsi e scelte siano i più trasparenti possibile, dando spiegazioni logiche. Poi ognuno fa quello che gli pare. Mi sono trovato spiazzato quando lui ha parlato di gestione che sembrava favorisse Fabio, l’ho trovato molto antipatico".
Un giocatore come Fognini è forse difficile da allenare? La sensazione è che sia molto stimolante lavorare con lui.
"Ho un rapporto da tanto tempo con Fabio e lo conosco bene. È un ragazzo che ha il suo carattere e come tutti ha aspetti positivi e anche magari negativi. Ma io mi sono sempre trovato bene con lui, perché comunque è un ragazzo divertente e se lo sai prendere è un giocatore che si allena bene. Se riesci a guadagnarti il suo rispetto e la sua fiducia ti dà tantissimo".
Fognini in azzurro ha sempre dato tutto, lei lo sa bene.
"Ma questo l’hanno visto tutti. In Coppa Davis quando si giocava tre su cinque ha sempre giocato singolo e doppio. Ha giocato spremendosi come un limone e facendo delle battaglie epiche. Io mi ricordo l’ultimo incontro tre su cinque in Giappone, cinque set il primo giorno, quattro il secondo in doppio e cinque il terzo portando a casa la vittoria. È uno che ha anche i suoi momenti meno buoni, ma è un giocatore che piace moltissimo ed è divertente. Se s’instaura un rapporto corretto lui dà tantissimo, perché oltretutto quando gioca bene gioca un tennis spaziale".
Il vostro rapporto sembra molto solido, vi trovate bene insieme.
"Come in tutte le cose quando i rapporti sono corretti, c’è fiducia reciproca ed è molto più facile lavorare. Fabio sa quanto tengo a lui. Tutto quello che faccio è per aiutarlo e per questo lavoriamo bene. Ma sono questi i rapporti tra coach e giocatore che riescono a trovare l’alchimia. Vale per Musetti-Tartarini, Seppi-Sartori, Sonego-Arpino. C’è una grande stima e fiducia reciproca".
Anche l'assenza di Sinner in Coppa Davis ha generato polemiche.
"Se Sinner fosse stato in condizione di giocare, avrebbe giocato la Coppa Davis. Se non gioca, e i motivi possono essere tanti visto che non posso sapere come sta dopo gli US Open, evidentemente è perché non sente le sensazioni giuste per giocare. Volandri è il capitano e sa meglio di tutti com'è la situazione, perché ci ha parlato. Avrà deciso che la scelta di Jannik era da rispettare".
A proposito di US Open, gli italiani sono stati sfortunati.
"Musetti fuori al primo turno è stato un incidente di percorso perché lui ha un grandissimo potenziale e può giocare molto bene. Arnaldi invece è andato alla grande: se andiamo a vedere la totalità dell'evento, abbiamo avuto due italiani negli ottavi ed è un risultato importante. Poi su Sinner si hanno aspettative molto forti e gli italiani pensano che possa sempre vincere uno Slam o arrivare in finale. Quando non arriva dove tutti immaginano, diventa sempre un cattivo risultato. Arnaldi ora affianca Berrettini, Sonego. È un bel gruppo che tutto il mondo c’invidia. L'uscita di Sinner è stata un peccato perché con Zverev si poteva anche vincere, ma non è l’ultimo arrivato. Con lui si può perdere".
E invece cosa si può dire di Djokovic che non sia ancora stato detto? Dopo gli US Open si è rinnovato il dibattito sul confronto con Federer e Nadal.
"Bisogna fare una divisione dei giocatori. Federer nella maggior parte dell’immaginario collettivo è stato il giocatore più forte mai esistito, ma non è stato il più forte giocatore ad aver vinto. Possiamo definirlo il giocatore che ha fatto vedere il tennis più bello al mondo. Poi abbiamo Nadal che ha vinto più di Roger, e anche lì qualcuno dice che sia stato il più forte del mondo. Per me invece è stato il giocatore che ha espresso meglio i valori e i principi dello sport: come si lotta, come si soffre, come si vince, come si perde. Ma anche lui non è quello che ha vinto di più".
E poi c'è Djokovic.
"È quello che piace di meno, ma è il più forte giocatore mai esistito. Djokovic è il giocatore più forte del mondo perché è quello che ha vinto di più. Poi anche gli altri due hanno vinto tantissimo e sono più rappresentativi nel mondo del tennis rispetto a Nole, che rimane il più forte mai esistito".
E l'ha dimostrato anche in questo ultimo US Open.
"Ha avuto una serie di circostanze favorevolissime, perché è arrivato in finale fresco e senza faticare moltissimo. Questo è stato il segreto con Medvedev. In finale sarebbe stata dura se fosse arrivato stanco, perché la partita era da scambi lunghi. Nole è arrivato fresco e in un match così diventa imbattibile".