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Kyrgios vuole una risposta precisa da Sinner, c’è qualcosa che non gli torna: “Non ha senso”

Alla vigilia del suo rientro in campo dopo oltre un anno e mezzo di assenza, Nick Kyrgios torna ad attaccare Jannik Sinner, in particolare rivolgendogli una domanda: “Perché ha aspettato tanti mesi per allontanare i responsabili della sua positività? Ha tenuto la sua squadra per cinque mesi… non ha senso. Io sarei stato furioso”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Ci siamo quasi per rivedere Nick Kyrgios finalmente in campo con una racchetta in mano al posto del microfono di commentatore: tra poche ore il 29enne australiano giocherà il primo turno del torneo ATP 250 di Brisbane, peraltro contro un osso duro come il ‘bombardiere' francese Perricard, ponendo fine ad un'assenza di oltre un anno e mezzo in seguito all'operazione al polso. Nella conferenza di vigilia, peraltro Kyrgios è stato sollecitato ancora una volta sulla vicenda doping di Jannik Sinner, di cui negli scorsi mesi è diventato il più feroce accusatore, e ovviamente non si è tirato indietro attaccando ancora una volta il campione azzurro. In particolare, l'australiano ha rivolto una domanda specifica a Sinner, chiedendogli come mai abbia fatto passare così tanto tempo prima di licenziare il preparatore Umberto Ferrara e il fisioterapista Giacomo Naldi: "Non ha senso, al suo posto io sarei stato furioso".

Kyrgios attacca ancora Jannik Sinner e Iga Swiatek: "È disgustoso"

Kyrgios in precedenza aveva accomunato nel suo attacco sia Sinner che Iga Swiatek, sospesa per un mese dopo essere risultata positiva alla trimetazidina in un test dello scorso agosto: "Due numeri uno al mondo entrambi positivi per doping è disgustoso per il nostro sport. È una brutta figura. L'integrità del tennis in questo momento – e tutti lo sanno, ma nessuno ne vuole parlare – è orribile".

L'australiano ha poi preso spunto dalla sua vicenda personale, con le operazioni al ginocchio e al polso che gli hanno fatto giocare una sola partita in due anni, per spiegare come non abbia mai minimamente pensato a scorciatoie farmacologiche per recuperare prima: "Uno come me non proverebbe mai a doparsi in questo sport. Soprattutto dopo un infortunio come il mio, è ovvio che ci sono soluzioni che potrebbero accelerare la guarigione, aiutarmi a tornare al massimo livello e agevolare il mio recupero. Ci sono così tante cose là fuori che sono proibite nel nostro sport che avrei potuto fare per tornare più velocemente… ma non è quello che sono. Sono sempre contrario a questo. Quindi, quando la gente dice che manco di rispetto allo sport, io penso invece che qualcuno del genere, che ha cercato di imbrogliare nel suo percorso e in realtà non lo ha fatto del tutto per merito proprio, sia irrispettoso, secondo me. Devo parlarne apertamente perché non credo che ci siano abbastanza persone che ne parlino. Penso che la gente stia cercando di nasconderlo sotto il tappeto".

Sinner è stato completamente assolto dall'ITIA (in attesa che il TAS di Losanna si pronunci sul ricorso della WADA), perché la sua ricostruzione – pressoché immediata – della positività al clostebol è stata ritenuta credibile oltre ogni dubbio, unitamente al quantitativo infinitesimale di sostanza riscontrata. Si è trattato – dice la sentenza dell'International Tennis Integrity Agency – di una contaminazione involontaria tramite una pomata con cui il 23enne altoatesino era stato massaggiato da Naldi, dopo che il prodotto era stato acquistato da Ferrara.

Nick Kyrgios in allenamento a Brisbane
Nick Kyrgios in allenamento a Brisbane

La domanda di Kyrgios a Sinner: "Perché ha aspettato tanti mesi per allontanare i responsabili della sua positività?"

Pur volendo dare per buona questa versione, Kyrgios non si capacita della successiva condotta di Sinner coi suoi collaboratori. Lui si sarebbe comportato ben diversamente: "Io pago al mio team migliaia di dollari per essere i professionisti che sono, per assicurarmi che questo non accada. Quindi sapevano che cosa era successo. Perché hanno aspettato cinque o sei mesi per fare qualcosa al riguardo? Ha tenuto la sua squadra per cinque mesi… non ha senso. Io sarei stato furioso. Se il mio fisioterapista mi avesse contaminato, mettendomi in questa posizione, probabilmente non gli avrei mai più parlato. L'ha avuto nel suo team per cinque mesi, facendo finta di niente. Io posso essere molto emotivo in campo, lanciare una racchetta, ma questo non è niente in confronto all'imbrogliare e all'assumere farmaci che migliorano le prestazioni. È ridicolo secondo me. Non la smetterò mai di parlarne".

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