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Kyrgios nella serie sul tennis di Netflix racconta le sue notti da incubo: “Bevevo tutte le sere”

Negli episodi della docu-serie Break Point di Netflix, incentrati su diversi tennisti tra i quali anche Berrettini, Kyrgios racconta i retroscena della sua carriera.
A cura di Marco Beltrami
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La docu-serie sul mondo del tennis di Netflix "Break Point" permetterà di conoscere meglio alcuni dei principali protagonisti della racchetta come l'azzurro Matteo Berrettini. I primi 5 episodi del documentario saranno disponibili in streaming dal 13 gennaio, con la parte due che includerà le puntate 6-10 che arriverà a giugno. Protagonista del primo episodio Nick Kyrgios, uno dei personaggi più discussi del circuito ATP, icona di genio e sregolatezza. Lui il primo a mostrarsi senza filtri, in campo e fuori davanti alle telecamere di Neflix.

Talento purissimo, ma anche imprevedibilità e un carattere particolare. Kyrgios attuale numero 21 del ranking, vincitore di sette tornei e finalista dell'ultima edizione di Wimbledon, riesce sempre a far discutere rivelandosi uno dei giocatori più controversi del tennis mondiale. Nell'episodio di Break Point incentrato su di lui, il classe 1995 di Camberra racconta quanto sia stato difficile mettere freno ai bollenti spiriti in avvio di carriera.

Nelle anticipazioni della serie, si può vedere una conversazione tra lui, la sua fidanzata Costeen Hatzi, e il suo manager/amico intimo Daniel Horsfall in cui racconta: "I primi quattro o cinque anni della mia carriera sono stati così caotici. Quando Horse (Horsfall, ndr) era in tour a prendersi cura di me, quando era praticamente solo lui a prendersi cura di me, poteva vedere il mio benessere mentale diminuire ogni settimana. La mia vita era come una spirale fuori controllo: bere ogni singola notte".

E il manager non ha potuto che confermare, rivelando anche gli stratagemmi adottati per provare a tenere sotto contro Kyrgios: "Avevo la tua posizione sul mio telefono e alcune mattine andavo fisicamente a cercare dov'eri, in che hotel eri, a casa di chi stavi prima dei tornei, prima di una partita. È stata dura". A quel punto, il tennista australiano ha dovuto fare un esame di coscienza, raggiungendo un compromesso. Ridurre i "vizi" per concentrarsi sul tennis, ma a modo suo e con uno stile di gioco e vita che gli consentisse di stare bene: "Non potevo continuare così. Dovevo essere più gentile con me stesso. Per la mia salute mentale, non potrei mai essere uno di quei giocatori che giocano tutto l'anno. Non potevo farlo. Apprezzo troppo la mia famiglia, i miei amici intimi e Hatzi per mettere il tennis davanti a tutto questo. Non credo sia salutare. Non ho davvero aspettative ora con le mie partite. Voglio solo andare là fuori e divertirmi, togliere la pressione e poi possiamo vivere una vita più normale. È molto meglio così, questo è certo”.

Uno degli sfoghi di Kyrgios
Uno degli sfoghi di Kyrgios

In Break Point su Netflix c'è anche spazio per la mamma di Nick, Norlaila che racconta come suo figlio fosse "sempre arrabbiato" ad inizio carriera: "Mi preoccupo per lui ogni giorno perché ha attraversato momenti davvero infelici. È diventato aggressivo. Era sempre arrabbiato. Sempre arrabbiato con tutto". E non sono mancati anche momenti di autolesionismo, con l'allarme lanciato da un collega del tennista, ovvero Andy Murray.

D'altronde proprio qualche mese fa la signora Kyrgios rivelò la preoccupazione del campione britannico dopo un allenamento condiviso: "L'autolesionismo … l'ho visto e la gente me lo ha rivelato, ha detto Norlaila a Nine News all'epoca. "Gliel'ho chiesto e lui non voleva parlarne in quel momento. Mi hanno detto che Andy è preoccupato per Nick perché può vedere alcune prove di autolesionismo… E io incolpo gli altri per questo. Solo per averlo messo sotto pressione, per averlo criticato. Anche le persone che pensavamo potessero sostenerlo. Quel periodo è stato molto duro. Volevo solo stargli accanto costantemente in modo da poterlo vedere. Se potessi vederlo, saprei che sta bene. E se non posso vederlo mi preoccupo così tanto per lui che diventa molto difficile”.

Una svolta fondamentale per la carriera di Nick è stato l'exploit di Wimbledon 2014, quando sconfisse Rafa Nadal. Lì è arrivata una nuova percezione del suo talento "Non sapevo davvero quanto fossi bravo. Quando avevo 17 anni, pensavo solo di avere uno scatto di crescita, poi ho iniziato a scivolare e muovermi e le cose sono diventate piuttosto serie… 2014, ho avuto il mio breakout a Wimbledon e la mia vita è cambiata. Sono passato da nessuno che sapeva chi fossi, a persone che si accampavano fuori casa mia. Quella partita ha cambiato tutto. Da quel giorno in poi, la mia aspettativa di essere la prossima grande novità è stata enorme".

Kyrgios dopo il trionfo a Wimbledon contro Nadal nel 2014
Kyrgios dopo il trionfo a Wimbledon contro Nadal nel 2014

E nel documentario sul tennis di Netflix vengono mostrate le ultime bizze di Kyrgios, come lo sfogo dopo la sconfitta con Medvedev in Australia, con litigio con l'arbitro e racchetta distrutta, o quello degli US Open quando si beccò una multa di più di 32mila dollari: "Ho solo una miccia così corta. È quasi come un'abitudine. Nel fervore della battaglia ci sono due persone diverse. A volte oltrepasso il limite che è solo la mia passione, questa è solo la mia emozione. Milioni di persone ti guardano e non stai giocando al meglio. Non saresti frustrato e arrabbiato?".

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