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Kyrgios avvisa Sinner senza pudore: ha spiegato cosa succederà quando lo rivedrà negli spogliatoi

Kyrgios attacca ancora Jannik Sinner dopo il ‘caso Clostebol’: dopo le critiche sui social, l’australiano ha rincarato la dose nel corso del commento su ESPN degli US Open.
A cura di Vito Lamorte
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Nick Kyrgios attacca ancora Jannik Sinner dopo il caso Clostebol. Se per l'ITIA il tennista italiano non ha avuto "alcuna colpa o negligenza" per due violazioni antidoping, l'atleta australiano ha espresso apertamente i suoi pensieri prima sui social e poi ha rincarato la dose nel corso del commento degli US Open per ESPN, inviando al numero uno al mondo un messaggio sui loro futuri rapporti: "Non sarò ospitale con lui come lo ero prima quando eravamo nello spogliatoio".

Sinner è risultato positivo ad una sostanza proibita due volte all'inizio a Indian Wells ma gli è stato permesso di continuare a giocare dopo aver fatto ricorso e pochi giorni fa il tribunale gli ha dato ragione definitivamente: scagionato dall’ITIA che, in seguito ad un’indagine, ha confermato che l’assunzione della sostanza è stata involontaria ed era colpa della pomata usata dal fisioterapista Naldi, poi licenziato.

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Kyrgios ancora all'attacco di Sinner: "Non sarò ospitale con lui"

Kyrgios ha ammesso che avrebbe trattato Sinner in modo diverso dopo questa vicenda e nel corso del commento di una gara dello US Open ha affermato: "Non sarò ospitale con lui come lo ero prima quando eravamo nello spogliatoio".

Se prima era uno dei ragazzi più apprezzati dello spogliatoio, come affermò Chris Eubanks qualche tempo fa ("È uno dei ragazzi più apprezzati"), ora non tutti lo sostengono dopo il ‘caso Clostebol' e le dichiarazioni dei giorni scorsi ne sono la riprova. Naturalmente Kyrgios guida la pattuglia e, soffermandosi anche sul fatto che Sinner avrebbe dovuto essere "squalificato per due anni", ha spiegato che non c'è nulla di personale col tennista azzurro: "Penso di sostenere ogni parola di ciò che ho pubblicato sui social media. Ho visto molti dei miei amici passare attraverso il doping e venire sospesi. Abbiamo visto giocatori come Halep e sembra che ogni volta che si presenta una di queste cose, ci sia sempre un processo diverso. Non ho niente contro Sinner personalmente. So quanto è importante. È uno dei più grandi giocatori di tennis che abbiamo in questo momento… e so quanto sarà importante per i prossimi 15 anni. Non nego nulla di tutto ciò. Niente contro di lui personalmente. Se guardi Jenson Brooksby… giocatori a cui è stata tolta la carriera per un anno… e poi vedi qualcuno come Sinner che fa le cose a modo suo. Non penso che sia giusto ed equo per il resto del tour”.

Chris Fowler, giornalista con cui era impegnato nel commento su ESPN, si è espresso così: "C'è la sensazione che più soldi e status hai, migliore sia la consulenza che hai intorno… c'è la sensazione che non ci siano condizioni di parità in termini di risposta a un'accusa".

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Kyrgios non cambia giudizio su Sinner: "Nulla contro di lui ma le condizioni devono essere uguali per tutti"

L’ex numero 13 del mondo ha poi proseguito il suo attacco e ha osservato che voleva coerenza per tutti i giocatori: “Ci viene inviata ogni anno una lista di sostanze proibite. A pagina 5, c’è scritto proibito in ogni momento. Se c’è una spiegazione, dobbiamo ottenere una definizione di cosa significhi proibito in ogni momento. Sono abbastanza sicuro che significhi non importa la quantità o come salta fuori… significa che, se risulti positivo, sei fuori. Immagino che ci sia una zona grigia in cosa significhi proibito in ogni momento. Perché la sua squadra trasporta una sostanza proibita che sappiamo essere completamente non necessaria nello sport è un’altra questione. A persone come Alcaraz è stato chiesto e sono rimaste neutrali al riguardo. Ma allo stesso tempo ci sono molte cose che penso non ci siano state raccontate”.

Infine Kyrgios ha aggiunto: "Voglio solo che le condizioni di gioco siano uguali per tutti. Ecco perché ero contrario alla presenza di allenatori nel box dei giocatori. Non tutti i giocatori hanno un allenatore. Non tutti i giocatori che si qualificano possono permettersi un allenatore: se le condizioni di gioco non sono uguali per tutti, si perde un po’ l’integrità di questo sport”.

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