Koolhof è contento di aver messo fine alla carriera di Nadal: “Meglio a lui che a me”
Il 19 novembre 2024 sarà ricordato come il giorno in cui è finita la carriera leggendaria di Rafa Nadal, l'uomo che ha fatto diventare il Roland Garros il suo cortile di casa, vincendolo 14 volte come probabilmente nessun altro riuscirà mai a fare. Il 38enne campione spagnolo avrebbe prolungato volentieri la passerella del suo addio, sperando magari di chiudere domenica prossima giocando la finale di Coppa Davis davanti al pubblico di casa. Purtroppo per lui – e per un popolo intero – qualcuno ha remato contro con tutte le sue forze, e non per partito preso nei confronti di Nadal, ma per puro spirito sportivo (nel caso dell'Olanda, che martedì ha eliminato la Spagna nei quarti di finale), nonché per tornaconto personale se non istinto di sopravvivenza (è questo il caso di Wesley Koolhof, uno dei due doppisti che ha dato il punto decisivo alla squadra oranje). "Meglio a lui che a me", ha detto schiettamente e con un ghigno il 35enne tennista olandese dopo il match.
Koolhof o Nadal: solo uno dei due sarebbe sopravvissuto sportivamente
Parole che non vanno intese come una presa in giro di Nadal, ma come la fotografia di una situazione che quasi nessuno conosceva, se non nell'ambiente della nazionale capitana da Paul Haarhuis e da parte di qualche appassionato. Se infatti tutti sapevano che questa sarebbe stata l'ultima settimana da tennista professionista di Rafa, in pochi erano a conoscenza che la medesima cosa valeva per Koolhof, che ugualmente in precedenza aveva annunciato il suo ritiro alla fine di questa stagione.
Parliamo di un giocatore che in singolare non è stato praticamente nessuno (best ranking al 462° posto), ma che in doppio ha raggiunto il numero uno nel 2022, vincendo Wimbledon l'anno dopo. Insomma un top assoluto come Nadal, fatte le debite proporzioni. Uno sportivo che ha conosciuto il trionfo al massimo livello ed esattamente come il mancino di Manacor avrebbe voluto che il momento doloroso dell'addio arrivasse il più tardi possibile.
Anche l'olandese aveva annunciato il ritiro come Rafa: "Era la fine mia o sua, meglio lui"
Koolhof ha dunque ‘guadagnato' qualche giorno di carriera rispetto a Nadal, visto che la semifinale di Davis vedrà l'Olanda sfidare venerdì la vincente tra Germania e Canada. A 35 anni e nonostante sia tuttora il numero 8 del mondo nel doppio, Wesley ha deciso di dare priorità alla vita familiare: presto sposerà l'ex tennista Julia Goerges. Gli restava un'ultima sfida, la Coppa Davis a Malaga, e voleva giocarsela al massimo delle sue possibilità. Per quello Koolhof ha dato tutto martedì sera – in coppia con Botic van de Zandschulp – per vincere il doppio decisivo (sull'1-1) contro Alcaraz e Granollers.
Insomma Spagna-Olanda avrebbe inesorabilmente significato la fine della carriera per uno tra Nadal e Koolhof, che ha commentato così il tutto: "Era la fine mia o quella di Rafa, sono felice che sia stata la sua. Almeno ho prolungato la mia carriera di un altro paio di giorni…".
Van de Zandschulp impietoso: "Si vede che Nadal è invecchiato"
Quanto a van de Zandschulp, che aveva invece sconfitto Nadal nel primo singolare, queste le sue parole su una vittoria che passerà alla storia: "Non ho ancora realizzato il fatto di essere stato l'ultimo a batterlo, forse ci penserò tra qualche giorno. Avevamo già giocato due volte ed è evidente che fisicamente non è lo stesso, si vede che è invecchiato". Schietto e duro anche lui, come deve essere lo sport, metafora della vita.