Jean Todt non abbandona Michael Schumacher: “Lo vedo regolarmente. Lui è un’altra cosa”
Jean Todt è una delle pochissime persone ammesse al cospetto di Michael Schumacher da quando il campionissimo della Formula 1 è nascosto agli occhi del mondo per le conseguenze della caduta sugli sci di 12 anni fa sulle nevi di Meribel. Nessuno conosce le reali condizioni del pilota tedesco, ma ormai ci si è rassegnati ad aver perso il vecchio Michael, che resta accudito con tutto l'amore del mondo dalla moglie Corinna. Dal canto suo Todt non ha mai abbandonato Schumi: "Lo vedo regolarmente e con affetto, lui e i suoi. Il nostro legame va oltre i trascorsi di lavoro. È parte della mia vita, che oggi è molto lontana dalla Formula 1".
Cosa fa oggi Jean Todt
L'ex capo della Ferrari – con cui ha vinto 14 titoli mondiali, di cui 5 piloti con Schumacher – oggi a 78 anni è inviato speciale dell'Onu per la sicurezza stradale, un ruolo che occupa da un decennio: "Il mio ruolo? Combattere questa pandemia silenziosa che sono le vittime degli incidenti stradali: 1,2 milioni di morti, 50 milioni di feriti con disabilità. Il 90% degli incidenti? Nei Paesi a basso reddito. Io devo sensibilizzare e agire, con governi e privati".
Todt e il legame eterno con Schumacher: "Lui è un'altra cosa"
Parlare con Todt significa tuttavia parlare di Schumacher e Ferrari, è inevitabile: "Michael è un fratello, un amico, è un'altra cosa – dice il francese a Repubblica – Nella storia alcuni piloti hanno scritto qualcosa di particolare e lui è uno di questi. Cosa mi ha insegnato? L'umiltà, sembrava arrogante invece era timido, si proteggeva. Voleva vivere normalmente, andare a prendere i figli a scuola, cosa che faceva. Suo figlio Mick penso che non sia stato trattato bene dalla Formula 1. Ha guidato una Haas non competitiva, anche se un paio di incidenti sono costati molto alla squadra. Però alla fine è stato davanti al suo compagno. Lo hanno scartato per motivi loro, senza dargli un'altra chance che secondo me meritava. Lo trovo ingiusto. Il mio pilota preferito? Leclerc. Verstappen oggi è il migliore sul campo".
Todt parla con malcelata sofferenza della Ferrari, che ha tagliato completamente i rapporti con lui: "La vita è fatta di capitoli e quello vissuto in Ferrari è stato il più importante e stimolante della mia carriera. A Maranello ho trascorso 16 anni come capo delle corse e poi amministratore delegato, e questo mi è rimasto siglato sulla pelle. Dovunque vada la gente mi assimila ancora oggi, ed è incredibile, a quel periodo. Torno ogni anno tra Natale e Capodanno a festeggiare con gli amici con cui ho lavorato in Italia. Se sono rimasto in contatto con la Ferrari? Da quando sono andato via ho sentito alcuni membri della squadra, ma da quando ho lasciato la FIA (nel 2021, ndr) non ho mai più avuto un contatto: devo dire che sono rimasto molto perplesso, visto quanto tempo ho dedicato a questa azienda incredibile e a quanti risultati abbiamo ottenuto. Comunque la Formula 1 non è più il mio centro di gravità, anche se non mi perdo per nessuna ragione un GP né altre gare di varie categorie".