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Roland Garros

Jasmine Paolini ispirata da un video di Sinner a 17 anni: “Ora penso di essere una persona diversa”

La 28enne tennista italiana è in finale al Roland Garros, Paolini sfiderà la più forte Iga Swiatek. I favori del pronostico sono tutti dalla parte della polacca poi le tornano in mente le clip di Jannik e Djokovic e scopre che qualcosa è cambiato. “Per me è sorprendente”.
A cura di Maurizio De Santis
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Jasmine Paolini adesso ci crede un po' di più. "Sognate, è la cosa più importante", è la prima che che ha detto dopo aver battuto Mirra Andreeva (ridotta in lacrime) e aver conquistato la qualificazione in finale al Roland Garros. Avrà dinanzi a sé Iga Swiatek, la numero uno al mondo. L'affronterà sapendo che sarà come trovarsi ai piedi d'una montagna da scalare a mani nude. Che lanciare il cuore oltre la rete potrebbe non bastare. Che la campionessa polacca è una che può prendere a pallate tutte le fantasie più belle. Che ora ci sei e tanto vale giocarsi anche il cielo a dadi contro ogni pronostico. Che ne vale la pena perché non c'è modo migliore per onorare un sogno che viverlo fino in fondo.

Per Paolini il tennis è stato sempre questo: una visione cresciuta un poco alla volta, nato da qualcosa che considerava un divertimento e poi, piano piano, l'ha spinta fin dove lei stessa non immaginava. Anzi, a guardare oggi certi video di Jannik Sinner e Novak Djokovic che, giovanissimi, ambivano a diventare i numeri uno, resta impressionata. Sono fonte di coraggio e d'ispirazione, la riprova che per arrivare a toccare la grandezza non basta solo il talento ma c'è bisogno di un soffio di vita speciale, quello che solo i sogni sembrano contenere.

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In conferenza stampa partono proprio dalla frase pronunciata subito dopo la vittoria contro Andreeva, la sua risposta spiega bene come faccia ancora fatica a stare in una certa dimensione.

"Quando ho iniziato a giocare a tennis, lo facevo semplicemente perché mi divertivo – ha ammesso Paolini -. Poi ho iniziato ad allenarmi per diventare professionista e mi auguravo di riuscirsi, sognavo di farcela ma non certo di vincere un Grande Slam oppure di essere il numero uno al mondo. Non ho mai sognato così in grande ma un poco alla volta, passo dopo passo. Speravo al massimo di essere tra le prime dieci ma sperare è un conto e crederci davvero è un'altra cosa. Ecco, io non mi sono mai spinta troppo oltre con la fantasia".

Testa sulle spalle, piedi ben piantati per terra. Paolini ancora quasi non ci crede che, se il vento gira ancora dalla sua parte e dà tutta se stessa, forse può scrivere ancora un altro capitolo da sogno della sua carriera. I favori del pronostico sono tutti dalla parte di Swiatek poi le tornano in mente di nuovo quelle clip di Sinner e Djokovic e scopre che qualcosa è cambiato.

"Per me è sorprendente vedere le interviste di Nole da bambino che diceva che voleva essere il numero 1 del mondo e vincere a Wimbledon. Lo guardo e mi dico: è incredibile che tu possa sognare da bambino una cosa del genere. Quando ero piccola non pensavo a queste cose. Ed è altrettanto incredibile vedere Jannik quando aveva 17 anni dire che il suo sogno era diventare numero 1. Non avrei mai sognato di essere in una finale di uno Slam, e sono qui. Sono così felice e penso di essere anche una persona diversa".

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