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Draper ha guadagnato 5 milioni ma va in giro con una Polo di seconda mano: “Non sono un materialista”

L’inglese è un tennista sui generis. Draper è un ragazzo d’oro, ha un gran talento e pensa solo a migliorare. Sa che il percorso è complicato, fuori dal campo non si dà tante arie.
A cura di Alessio Morra
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Jack Draper è uno dei giovani rampanti del tennis. Nel 2024 ha fatto un grande step, nella prossima stagione proverà a confermarsi e a migliorarsi. L'obiettivo è la top 10. L'inglese in campo è un gentleman, un vero signore. In una lunga intervista Draper ha raccontato di sé, ha parlato della sua vita, dimostrando di essere un ragazzo intelligente e soprattutto non banale.

Il nonno è l'eroe di Draper

Ha rilasciato una lunga intervista al Telegraph il tennista che ha parlato anche della nonna, che è stata pure la sua prima allenatrice, che ha visto la sua vita stravolta dall'Alzheimer: "Questa è una malattia che ha molte fasi. Inizi a perdere la memoria. Ma la fase peggiore è quando stai bene fisicamente, ma sei arrabbiato. L'ho vista attraversare diverse fasi, come non voler entrare nella doccia. Mio nonno le è stato sempre vicino, è stato un eroe".

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"Guido una Polo di seconda mano"

Draper è il numero 15 della classifica ATP, ha guadagnato oltre quattro milioni e mezzo di euro, ma non ama il lusso e candidamente ha detto di guidare un'auto di seconda mano: "Guido ancora una Polo di seconda mano. Non sono un materialista". Di soli premi ha già superato i 4,5 milioni di euro, ma a quella cifra vanno aggiunti anche i guadagni degli sponsor.

Semifinalista agli US Open, vuole continuare a crescere, la top ten è nel mirino. Ma nonostante i grandi risultati fa sempre il modesto: "Se esco o incontro altre persone, non parlo mai del mio tennis. Non penso a ciò che faccio come una roba eccezionale".

"La vita reale non è quella, quando non si gioca è difficile"

Poi ha fatto una riflessione molto interessante, che parte dal percorso da ragazzino fino a quello attuale: "Quando ero un po’ più giovane, mi piaceva solo allenarmi un po’ e poi tornare a mangiare patatine tutto il giorno e guardare la tv. Ma ora che sento di avere obiettivi importanti, voglio essere impegnato tutto il tempo. Voglio crescere. Quindi quando ho giorni liberi, quando ho momenti in cui sono infortunato o non posso giocare, o non posso andare in palestra, per me è faticoso.

Ora ho iniziato a capire perché Andy Murray ha fatto fatica a lasciare lo sport. Inseguiamo qualcosa tutto il tempo, siamo impegnati a vincere, giocare, viaggiare con la scarica di dopamina. Non è la vita reale quella. Quindi quando torni a non avere molte pressioni, non sai che fare durante la giornata. È ovviamente uno shock".

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Una cocente sconfitta ha fatto fare il salto di qualità a Draper

Il grande step Draper dice di averlo fatto dopo una sconfitta clamorosa, quella con de Jong al Roland Garros (l'olandese era fuori dai primi 175): "Ero confuso, pensavo: ‘Ma cosa sto facendo? Dopo quella partita pensavo che non stavo mostrando il mio vero potenziale. Mi sentivo fuori controllo. Non sfrutto il mio potenziale. Non sono il giocatore che voglio essere. Se penso al 2024 questa è la cosa che mi dà più soddisfazione perché sono riuscito a trasformarmi in un giocatore diverso grazie al cambiamento di mentalità".

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