Il tennista soldato Stakhovsky lo dice all’Italia: “Non durereste un giorno contro l’esercito russo”
Sergiy Stakhovsky è a Kiev, dove è tornato da qualche giorno per unirsi alle forze di resistenza ucraina contro gli invasori russi. Il 36enne tennista, ex numero 31 al mondo, è stato riportato nella sua città natale – mentre era in vacanza con la sua famiglia in giro per il mondo – da una voce che non poteva ignorare. Era la voce, l'urlo disperato, dei milioni di suoi connazionali che da quasi due settimane si trovano sotto il pesante attacco della Russia.
Stakhovsky ha dunque mollato la vita agiata da milionario, ha messo al sicuro moglie e figli, ed è rientrato nella sua patria martoriata da bombe e missili per indossare l'equipaggiamento militare con cui si è mostrato negli ultimi post su Instagram, tra i quali anche quello in cui ha ringraziato Novak Djokovic per la vicinanza mostrata e l'aiuto concreto offertogli.
Il tennista che nel 2013 battè clamorosamente Federer a Wimbledon oggi è un soldato pronto a tutto per difendere suolo e valori in cui identifica la propria vita. "Non c'è giusto o sbagliato nella mia scelta – risponde in video collegamento con Lilli Gruber su La7 – Se non mi fossi arruolato mi sarei sentito in colpa, qui a Kiev ci sono mio padre e mio fratello. Ma mi sento ugualmente in colpa ad aver lasciato mia moglie ed i miei tre figli. Non ho nessuna esperienza nel combattimento, la maggior parte di noi non è stato addestrato ma abbiamo un ideale comune. Questa è l'ultima spiaggia".
Stakhovsky cerca di far capire quanto sia minacciosa l'ombra di Putin per l'intero Occidente con un paragone molto forte: "Bisogna comprendere che se l'Ucraina cadrà nelle mani dei russi, poi toccherà ad altre nazioni. Torneremmo al 1945 con le nazioni satellite rispetto a Mosca: Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, il Baltico. Putin minaccia con il nucleare e la Nato ha paura. Lui ha usato questa carta e la userà ancora. L'unica speranza è che muoia, altrimenti farà come Hitler quando stava dividendo l'Europa".
Il tennista ucraino, che si è appena ritirato, prova poi a spiegare bene al pubblico italiano l'impatto devastante dell'attacco russo e come sia interesse anche nostro non far allargare la guerra: "L'Italia e l'esercito italiano, per quanto ne so io, non durerebbe un giorno contro l'esercito russo. Noi ucraini non vogliamo rinunciare a nulla. Capiamo che questa è la nostra guerra e non quella dell'Europa, stiamo solo chiedendo aiuto e assistenza. Il mondo è dalla parte dell'Ucraina e penso che tutte le sanzioni contro la Russia abbiano aiutato, anche se ci metteranno tempo ad arrivare". Tempo che purtroppo per gli ucraini significa vite umane e devastazione, come testimoniato da una delle ultime storie su Instagram di Stakhovsky.