Il segreto di Nadal per i suoi mostruosi recuperi è in quello che beve: l’acqua di mare
Stanotte la leggenda di Rafa Nadal si è arricchita di un altro capitolo: la vittoria sul numero uno al mondo Novak Djokovic, in un match durato oltre 4 ore e conclusosi quando a Parigi era notte fonda, dimostra una volta di più che per il quasi 36enne maiorchino – compirà gli anni venerdì – spendere la parola immortale è assolutamente meritato. Alle prese con un infortunio cronico al piede che non gli dà tregua e per il quale non sembra esserci rimedio, al punto da porre pesanti interrogativi su quanto ancora potrà andare avanti, Nadal ha portato il concetto di resilienza a un livello superiore, laddove arrivano in pochissimi.
Il mancino spagnolo sta provando a vincere il suo 14° Roland Garros e 22° torneo del Grande Slam – è già primatista all-time da solo, inseguito a quota 20 da Djokovic e Fededer – e in semifinale adesso lo aspetta un altro scoglio durissimo, il tedesco Zverev, che ha battuto l'enfant prodige Alcaraz. La partita si giocherà venerdì, Nadal dovrà cercare in questo frattempo di recuperare il grande sforzo fatto per battere Djokovic, del resto lo spagnolo non lascia nulla al caso per quanto riguarda il condizionamento del proprio fisico, come si intuisce dalle maratone che porta a casa e dalla capacità di ripetere ‘peak performance' a brevi distanze temporali.
Uno dei suoi segreti è in quello che beve da qualche anno: acqua di mare, per evitare la disidratazione e recuperare velocemente in condizioni di caldo e umido che provocano spossatezza e crampi, oltre alla perdita di liquidi e nutrienti. Le sostanze presenti aiutano parecchio il campione maiorchino, ovviamente non si tratta di acqua grezza prelevata dal mare. Nadal assume infatti un prodotto ottenuto per microfiltrazione e purificazione dell'acqua di mare.
Non solo acqua, ma anche una dieta meticolosa basata su pasta integrale, verdure e frutta fresca, con l'apporto proteico garantito principalmente da pesce e crostacei, raramente carne, ed ovviamente pochissimi grassi. Tra i ‘vizi' lo spagnolo si concede di tanto in tanto un po' di cioccolato. Insomma, non si diventa Nadal per caso, dietro c'è non solo talento, ma sacrifici sia in campo che fuori. Applicazione furiosa, alimentazione maniacale e tante rinunce: così si conquista l'immortalità sportiva.