Il paradosso di Djokovic, crolla in classifica dopo il trionfo a Wimbledon. E andrà anche peggio
Settima posizione nel Ranking internazionale Atp e andrà anche peggio. A Novak Djokovic non accadeva dall'agosto 2018 di trovarsi così in basso nella speciale classifica del tennis mondiale (allora era decimo) e il rischio che scivoli ancora più in basso è tangibile.
Al momento la sua partecipazione agli Us Open (29 agosto – 11 settembre) è da escludere: lui stesso ne parlò in conferenza quando ribadì la propria posizione di scetticismo sull'obbligo vaccinale contro il Covid e la scelta di non sottoporsi alla somministrazione del siero.
Senza una deroga ad personam oppure una modifica alle leggi americane, è impossibile che il serbo entri negli Usa e in tabellone perdendo così un'opportunità ulteriore di scalare la graduatoria. In base a quello che accadrà anche il suo calendario di impegni sarà modulato ulteriormente per la necessità di giocare, accumulare punti e restare in quota abbastanza (almeno nella Top 20) per essere presente alle Atp Finals.
Al momento è al riparo da brutte sorprese e quella sgradita del piazzamento post Wimbledon l'aveva preventivata. Al campione serbo non è bastato conquistare il trofeo per la settima volta in carriera (la quarta consecutiva) né alzare l'asticella dei titoli dello Slam ottenuti (21, a -1 da Rafa Nadal) per riprendersi la leadership di numero uno che resta appannaggio di Daniil Medvedev,
Il russo in Inghilterra non è sceso in campo a causa del veto calato dagli organizzatori nei confronti dei connazionali e dei bielorussi in seguito all'invasione dell'Ucraina scatenata dal Cremlino. Eppure è sempre in cima mentre il serbo addirittura per terreno arrivando ai margini della Top 10.
Com'è possibile? Una situazione strana ma di cui era consapevole lo stesso Nole considerata la decisione dell'Atp di non assegnare punti per lo Slam londinese in aperta polemica con i vertici dell'evento per la selezione geopolitica fatta.
Conti alla mano, Djokovic non ha potuto capitalizzare il tesoretto di 2000 punti conquistati nella scorsa edizione, quando in finale s'impose contro Matteo Berrettini (quest'anno fuori causa per il Covid).
Come cambia il Ranking Atp dopo Wimbledon
I primi due posti restano invariati, occupati da Medvedev e Zverev (infortunato) nonostante la loro assenza a Wimbledon. A beneficiare dell'effetto scivolamento di Djokovic sono Nadal, Tsitsipas, Ruud e Alcaraz che salgono tutti di un gradino. A chiudere i primo dieci c'è Jannik Sinner, battuto dal serbo, mentre Berrettini è finito in 15sima posizione.
Beffa anche per Nick Kyrgios: l'australiano, sconfitto in finale all'All England Club, è addirittura 45° (-5 rispetto al ranking pre-Wimbledon). Con il sistema di attribuzione regolare di punti avrebbe potuto scalare una ventina di posizioni.
Tra le note che balzano all'occhio ce n'è una in particolare: non figura il nome Roger Federer, ma c'era da aspettarselo per la lunga assenza provocata dal calvario alle ginocchia. L'ultimo incontro giocato risale a Wimbledon 2021 e sono scaduti tutti i punti conquistati in precedenza.
La Top 20 aggiornata all'11 luglio
1. Daniil Medvedev (Rus) 7.775
2. Alexander Zverev (Ger) 6.850
3. Rafael Nadal (Spa) 6.165 (+1)
4. Stefanos Tsitsipas (Gre) 5.150 (+1)
5. Casper Ruud (Nor) 5.050 (+1)
6. Carlos Alcaraz (Spa) 4.845 (+1)
7. Novak Djokovic (Ser) 4.770 (-4)
8. Andrey Rublev (Rus) 3.700
9. Felix Auger-Aliassime (Can) 3.445
10. Jannik Sinner (Ita) 3.185 (+3)
11. Cameron Norrie (Gbr) 3.155 (+1)
12. Hubert Hurkacz (Pol) 3.025 (-2)
13. Taylor Fritz (Usa) 2.975 (+1)
14. Diego Schwartzman (Arg) 2.325 (+1)
15. Matteo Berrettini (Ita) 2.280 (-4)
16. Marin Cilic (Cro) 2.130 (+1)
17. Reilly Opelka (Usa) 2.055 (+1)
18. Pablo Carreño (Spa) 1.926 (+2)
19. Grigor Dimitrov (Bul) 1.740 (+2)
20. Roberto Bautista (Spa) 1.658 (-1).