Il padre che ha picchiato la figlia tennista spiega perché lo rifarebbe: “È la cosa giusta”
Il mondo dello sport s'interroga su quanto accade nel dietro le quinte della vita degli atleti professionisti o degli aspiranti tali. Hanno fatto molto scalpore nelle ultime ore le rivelazioni delle ex ginnaste italiane sugli abusi e pressioni psicologiche per perdere peso subite dalle allenatrici e il caso della giovane tennista picchiata brutalmente dal padre. Le immagini dei brutali colpi ripetuti di quello che sarebbe dovuto essere il punto di riferimento della ragazzina, hanno fatto il giro del mondo.
Tutto è accaduto in Serbia ed è diventato di dominio pubblico grazie all'azione di Igor Juric, attivista che da tempo lotta contro il maltrattamento dei minori che ha condiviso questo video shock. La scena è terribile e difficile da guardare nella sua interezza, con il papà che a più riprese rifila dei colpi violenti a sua figlia 14enne nei pressi della panchina del campo d'allenamento: pugni, calci e parole pesanti per la giovane tennista che poi si siede in lacrime.
Grazie al video comunque questa situazione non è sfuggita alle forze dell'ordine che hanno fatto chiarezza su quanto accaduto: il responsabile di questa violenza, che la stampa locale ha chiamato utilizzando la sigla WL, è stato individuato in tempi brevi. Mandato di perquisizione e arresto per questo signore di origine cinese, che è stato portato in davanti alla Procura Generale di Belgrado per testimoniare su quella brutale violenza. D'altronde impossibile passarla liscia, dopo il polverone scatenato da quelle immagini, con gli addetti ai lavori che hanno chiesto addirittura aiuto a Novak Djokovic, icona del tennis serbo, un aiuto nella ricostruzione della vicenda.
Stando alle indiscrezioni provenienti da fonti vicine alla Procura, l'uomo avrebbe giustificato le sue azioni con due argomentazioni. La prima è quella relativa al comportamento di sua figlia che si sarebbe rifiutata di continuare ad allenarsi, e la seconda fa riferimento alle "tradizioni" cinesi: nel Paese orientale a suo dire "è normale" che i bambini vengano picchiati quando "non tengono conto" o "non rispettano" i loro superiori.
In sintesi WL avrebbe detto che voleva solo che sua figlia tornasse a giocare, sottolineando di "non avere intenzione di farle male". Si può leggere sulla stampa serba: "Ha giustificato le sue azioni dicendo che sua figlia si è rifiutata di continuare ad allenarsi nel giorno di carico ed è per questo che ha voluto riportarla in campo. Tutto questo sottolineando che non era sua intenzione farle del male e che è tradizione in Cina rispettare la gerarchia, crede di aver fatto la cosa giusta perché in Cina è consentita". Insomma lungi dal fare dietrofront o dal considerare il suo atteggiamento riprovevole, l'uomo si è lasciato andare ad una confessione intimidatoria davanti ai rappresentanti della magistratura. Rifarebbe tutto.
Ora però dovrà fare i conti con la giustizia in quanto il giudice ha disposto per lui la detenzione preventiva per il rischio di una possibile fuga. Potrebbe andare incontro a guai seri, compresa una pena detentiva da due a 10 anni se fossero confermate le accuse di violenza domestica.