Il momento in cui l’Italia ha iniziato a vincere davvero la Coppa Davis: non è successo a Malaga
L'Italia dopo 47 anni ha vinto la Coppa Davis. A Malaga dopo i successi di Arnaldi e Sinner è partita la festa. La nazionale capitanata da Volandri è riuscita a conquistare il trofeo e lo ha fatto in modo eccezionale. Olanda battuta nei quarti, soprattutto la Serbia in semifinale, con il doppio successo di Jannik su Djokovic, e poi il 2-0 all'Australia. Si celebrano i nuovi eroi dello sport italiano, che hanno la possibilità di aprire un ciclo. Ma c'è stato un momento, lo scorso settembre, in cui l'eliminazione poteva materializzarsi nella fase a gironi.
Con Sinner, Berrettini, Musetti e Sonego la scorsa primavera quando è stato effettuato il sorteggio dei gironi di settembre l'Italia era già in automatico una delle squadre favorite per il successo della Coppa Davis. L'Italia ospitava uno dei raggruppamenti, a Bologna le avversarie sono state Canada, Cile e Svezia. Era un girone sulla carta abbordabilissimo, ma Berrettini si infortuna agli US Open e Jannik intelligentemente (non solo a conti fatti) rinuncia per rifiatare dopo un'estate intensa e in previsione di un autunno ancora più intenso.
Volandri convoca il giovane Arnaldi, esclude Fognini che non la prende bene. Lo sostituisce con Vavassori che si infortuna. Si parte male, il Canada, privo dei migliori giocatori si impone 3-0. Venerdì 15 settembre c'è il Cile, l'avversario sconfitto nella finale del 1976. Arnaldi fa il suo e vince in tre set contro Garin. La partita seguente è quella determinante. Sonego affronta Nicolas Jarry, il numero uno cileno, che ha chiuso il 2023 nella top 20.
La partita è bella, dura, durissima. L'Italia solo con il 3-0 ha la certezza di non dipendere da nessuno. Perdendo un incontro lo spettro dell'eliminazione potrebbe esserci. Jarry si procura quattro matchpoint. Sonego glieli annulla tutti. Su una seconda di servizio si trema, la pallina prende un pizzichino di riga. Q.B. Quanto basta. Sonego rimonta e vince. Avesse perso non sarebbe finita, ma le cose si sarebbero messe malissimo. Invece Lorenzo si prende il secondo e il terzo set che danno all'Italia il successo sul Cile.
Quei matchpoint annullati valgono tanto, tantissimo, quanto quelli annullati da Sinner a Djokovic, certo quelli di Jannik materialmente sono tremendamente più pesanti – tre in fila, contro il numero uno al mondo in semifinale. Ma senza quelli cancellati dal tennista piemontese l'Italia a Malaga poteva non arrivarci. La storia dello sport è pieno di sliding doors, questa volta la porta è girata bene, è girata dal lato giusto. Ed è successo perché questa nazionale aveva tanta voglia di vincere e tanta positività, quella data anche dalla forza di un gruppo coeso e compatto che ha alzato al cielo l'insalatiera.