Il labiale di Sinner smarrito contro Medvedev in finale: c’è tutta la sua sofferenza
Da un lato un Sinner in difficoltà, dall'altro un Medvedev in grande spolvero. Il copione iniziale della finale degli Australian Open è stato chiaro. Sempre difficile stabilire dove inizino i meriti di un tennista e i demeriti dell'avversario, ma in questo caso lo scenario è stato evidente: l'azzurro visibilmente "bloccato" è stato spiazzato dalla tattica di Medvedev, molto più aggressivo del solito. Alla fine però l'ha spuntata lui, bravo a tenere botta anche nei momenti difficili
Non avevamo mai visto in difficoltà il tennista italiano in questi Australian Open. Il linguaggio del corpo e anche i continui ricorsi al suo angolo sono stati la dimostrazione che le cose stessero prendendo una brutta piega. Il suo labiale "Cosa devo fare", fotografa perfettamente la situazione. Sicuramente su di lui ha inciso la pressione e l'emozione per la sua prima finale Slam, per il classico "braccino". Dall'altra parte però il russo si è rivelato un ostacolo durissimo, sin dall'inizio.
Il numero 3 del mondo è entrato in campo deciso ad aggredire Sinner, tenendo la palla sempre bassa e spingendo forte. Appena ha potuto si è preso la rete Medvedev insistendo soprattutto sul suo rovescio, il colpo che ha fatto la differenza. Una tattica nata anche dalla necessità di cercare di chiudere il discorso in tempi brevi per uno stato fisico provato dalle tante maratone dei giorni scorsi. Daniil sempre imprevedibile, sembra comunque non risentire mai della stanchezza accumulata nei turni precedenti, con buona pace delle sue dichiarazioni
Sinner non è riuscito a trovare contromisure nei primi due set, e si è rivolto a Cahill e Vagnozzi chiedendo "Cosa devo fare" più volte. Se il supercoach gli ha chiesto di essere a sua volta più aggressivo, e tentando anche soluzioni alternative come il cambio di ritmo e il back, Vagnozzi è partito dalle risposte.
Il secondo preoccupante labiale di Sinner contro Medvedev
Molto più preoccupante il secondo labiale di Sinner contro Medvedev. Nel terzo set, Jannik in una situazione di grande equilibrio ha detto al suo team "sono morto". A sottolineare il suo stato psico-fisico, e confermare il suo momento difficile.
Il coach italiano ha invitato Sinner a stare più lontano sul servizio di Medvedev, e provare a fare letteralmente "qualcosa di diverso" nel finale del secondo parziale quando con il risultato quasi compromesso c'era la possibilità di giocarsi il tutto per tutto. Qualcosa si è visto, e infatti l'azzurro è riuscito a prendersi il terzo set. Da lì in poi è iniziata la sua eccezionale rimonta.