Il grande bluff di Sinner nel momento più drammatico della finale ha funzionato: “Sono morto”
Una finale che sembrava maledetta e che invece è finita in tripudio agli Australian Open. Dopo essere stato sotto due set, Jannik Sinner sembrava ad un passo dal tracollo con il linguaggio del corpo che tradiva una certa insofferenza. E invece proprio in quei momenti difficili, è iniziata la rimonta eccezionale che gli ha permesso di vincere il primo titolo dello Slam.
Una scena in particolare non è sfuggita, anche ai telespettatori. Jannik Sinner sotto di due set e sul punteggio di 40 pari sul suo servizio si è avvicinato al suo angolo e si è lasciato andare ad un piccolo sfogo emblematico: "Sono morto". Parole che hanno gettato lo sconforto il pubblico e probabilmente anche il suo team, a sottolineare uno stato psico-fisico a dir poco negativo. E invece quell'ammissione si è rivelata un bluff, visto che Sinner non solo ha brekkato Medvedev al decimo game aggiudicandosi il terzo set, ma poi si è preso anche il quarto e il quinto.
Aveva solo bisogno di ritrovare fiducia nei suoi mezzi, perché sappiamo bene come la mente possa poi far passare in secondo piano anche la stanchezza. Stanchezza che poi ha pesato invece sulle spalle di Medvedev che dal canto suo cercava di chiudere il discorso in tre set, anche per non sprecare ulteriori energie dopo le fatiche e le maratone dei match precedenti.
Grandi meriti anche da parte del suo angolo che non lo ha mai lasciato solo. Infatti nei momenti difficili, il tennista ha trovato terreno fertile in Cahill e Vagnozzi che gli hanno dato delle dritte per permettergli di restare sul pezzo. A quel "cosa devo fare", il team ha risposto dando dei consigli tecnici e di atteggiamento: inviti ad essere più aggressivo e ad indietreggiare un po' sulla risposta provando qualcosa di diverso.
Detto fatto per Sinner che già nel finale del secondo set aveva dato dimostrazione di essere in crescita e pronto a reagire. Poi tutto è venuto fuori, altro che morto: Jannik era più vivo e vegeto che mai. E Daniil se ne è accorto presto.