Il gesto non visto di Sinner in campo dopo l’ingiustizia a Montecarlo: Panatta lo ripete in diretta
Jannik Sinner ha già dichiarato di voler guardare avanti dopo la clamorosa svista arbitrale che ha inciso e non poco nella sconfitta in semifinale a Montecarlo contro Tsitsipas, che ha vinto poi il torneo. Resta però un grande amaro in bocca, anche per Adriano Panatta che era sulle tribune del Country Club, e a La Domenica Sportiva non si è dato pace per l'episodio. La grande gloria del tennis azzurro non si spiega né l'errore della giudice di sedia, né il fatto che Jannik non abbia fermato il gioco peccando a suo dire di ingenuità.
D'altronde quell'episodio è rimasto nella testa di Sinner che ha somatizzato l'episodio pagando poi dazio a livello fisico. Nel suo intervento sulla Rai Panatta ha anche svelato un particolare episodio visto dal vivo, relativo ai tormenti di Jannik in campo dopo la rimonta di Tsitsipas: "Ad un certo punto sul 4-4 Sinner si è girato verso Vagnozzi (il coach, ndr) e ha alzato la mano facendo questo gesto come a dire ‘guarda questa che ha combinato'. Il match era finito: 4-1 con doppio break e non poteva più perdere , anche perché stava giocando bene. Nel tennis basta poco e cambiano le cose, ha subito un’ingiustizia. Poi alla fine dell’anno le cose si equilibrano, come nel calcio".
Come ha fatto Aurelie Tourte a non vedere una palla uscita di 7 centimetri? Panatta è ancora destabilizzato: "Un doppio fallo assolutamente evidente. Se il giudice di linea non chiama l’out deve pensarci quello di sedia, si chiama overrule. La giudice sedia che è una donna bravissima, super decorata tra gli arbitri, e che ha diretto anche la finale degli Australian Open non se l’è sentita o non l’ha vista perché la palla è fuori di 7 centimetri".
Cosa avrebbe fatto Panatta se fosse capitato a lui? Adriano si è lasciato andare: "Se fosse successo a me, avrei preso l’arbitro con tutto il seggiolone e l’avrei buttata a mare…che è lì vicino. Scherzavo dai non si può dire più nulla: diciamo che avrei fatto il bagno con lei".
Lo stesso Sinner però avrebbe dovuto comportarsi diversamente, fermando subito il gioco. In quel modo l'arbitra avrebbe controllato il segno e dato ovviamente ragione al tennista italiano. Per questo per Panatta, Jannik ha peccato di ingenuità: "L’unica cosa era che Sinner accortosi della palla fuori avrebbe potuto fermare il gioco, chiedere la verifica della palla e il punto sarebbe andato a lui. Invece ha perso il punto e le cose si sono complicate oltretutto qualche problema di stanchezza muscolare… poi quando il match si complica ti rimane un po’ in testa anche se lui è molto freddo e sa gestire bene le situazioni in campo".
"Non ho capito come ha fatto Sinner a non accorgersi che la palla era fuori, così come non ho capito come ha fatto la giudice di sedia a non chiamarla. Jannik avrebbe dovuto alzare la mano e chiedere la verifica. Non è il suo compito arbitrare, ma è suo compito vedere se una palla è fuori che gli è costata quello che è costato. Una piccola ingenuità".