Il fratello di Sinner domenica era al lavoro: “Abbiamo visto il quinto set in un container”
Jannik Sinner oggi tornerà in Italia dopo lo storico trionfo nell'Australian Open, primo italiano nella storia a riuscirci in singolare, poi giovedì sarà ospite del presidente Mattarella al Quirinale assieme a tutta la squadra azzurra che a novembre ha vinto la Coppa Davis. In mezzo il meritato riposo per smaltire il jet lag e sicuramente l'abbraccio con papà Hanspeter e mamma Siglinde, i genitori ringraziati in mondovisione a Melbourne dopo la vittoria su Medvedev, ma anche col fratello Mark, di tre anni più grande di lui. Un ragazzo discreto come Jannik, che domenica scorsa era al suo posto di responsabile del servizio di sicurezza sanitaria della Coppa del Mondo di sci alpino femminile a Cortina d'Ampezzo ed è riuscito a vedere solo il quinto set della finale.
Mark è nato in Russia – a Rostov sul Don – nel 1998 ed è stato adottato dai Sinner l'anno dopo all'età di nove mesi, due anni prima arrivasse Jannik nel 2001. Oggi è un istruttore dei Vigili del Fuoco a Vilpiano, nei pressi di Bolzano, in Alto Adige: "È quello che ho sempre voluto fare". Il weekend è stato molto impegnativo per Mark, visto che il circo bianco femminile ha fatto tappa proprio a Cortina, con due discese libere e un Super-G, e ci sono state parecchie cadute delle atlete, anche importanti come Mikaela Shiffrin e Corinne Suter nella prima discesa di venerdì e Valerie Grenier nel supergigante di domenica. C'è stato dunque tanto lavoro per i responsabili dei soccorsi e della sicurezza, con l'intervento dell'elicottero o l'uso del toboga prima del trasporto in ospedale delle sfortunate sciatrici.
Impossibile per Mark staccarsi dal proprio dovere per assistere alla finale dell'Australian Open che proprio domenica mattina si stava giocando dall'altra parte del mondo, anche se ovviamente buttava ogni tanto l'occhio sul live sul suo telefonino, sperando che la partita si allungasse dopo che suo fratello aveva perso i primi due set. E poiché il match si è prolungato ben oltre l'ora di pranzo italiana, Mark ha potuto vedere la conclusione dell'epica rimonta di Jannik, come ha raccontato un collega alla Gazzetta dello Sport: "È stata una dura domenica, ad ogni pausa delle sciatrici sbirciavamo il risultato, poi finalmente ci siamo rifugiati in un container per vedere il quinto set".
"Mark è esattamente come Jannik, magari non gli piace apparire, ma è bravissimo in tutto quello che fa, l'anno scorso ha portato qui a Cortina la sua famiglia per coinvolgerli nella nostra attività. Oggi (lunedì, ndr) non c'è, gli ho dato un giorno di riposo, aveva troppa pressione addosso", ha spiegato Andrea Apolonnio. Una piccola concessione già finita, visto che già oggi Mark tornerà a Cortina per supervisionare lo sci alpino paralimpico: fino al 2 febbraio sono in programma una discesa, un super-G e due slalom.
"Il rapporto con Jannik è normale, immagino come quello della maggior parte dei fratelli – ha raccontato Mark lo scorso novembre al quotidiano Alto Adige – capitava che litigassimo chiaramente, ma facevamo pace subito. Giocavamo a tennis, ci provavo almeno. Per qualche anno sono riuscito a tenergli testa, poi lui ha spiccato il volo ed era impossibile anche solo scambiarci. In campo, come fuori, lui è sempre stato un ragazzo molto calmo. Come mamma e papà del resto. Sono felice dei risultati che Jannik sta ottenendo, lo seguo tutti i giorni. Ma io ho la mia vita ed è rimasta uguale a prima. La popolarità non ci ha affatto cambiato".
"Sono abituato a non vederlo in casa, ma quando torna è bellissimo: facciamo delle passeggiate in montagna, con i miei e i suoi amici, tutta gente del posto. E quando possiamo giochiamo anche a golf. Ogni settimana dell'anno è impegnato tra allenamenti e tornei, perciò cerchiamo di tenerci aggiornati al telefono quasi quotidianamente", ha spiegato Mark. E sicuramente tra un Mattarella e un Sanremo, Jannik troverà il tempo per una di quelle meravigliose passeggiate. Perché casa è il posto più bello del mondo anche per un vincitore del Grande Slam.