Il disagio di Djokovic, è successo anche a Montecarlo: “Non riuscivo più a muovermi”
"Non riuscivo più a muovermi". Novak Djokovic non si nasconde, nemmeno cerca scuse. Accetta la sconfitta a Montecarlo contro Davidovich-Fokina in tre set, riconosce la capacità e la forza dell'avversario di sfruttare i suoi punti deboli, affondare i colpi, azzannare il match come a lui non è riuscita. Non ce l'ha fatta: la testa e il talento sono quelli di sempre ma le gambe non hanno retto e il fiato, a un certo punto, è sembrato corto come certe traiettorie irriconoscibili che fanno il paio con altre di pura classe. Tonfi e trionfi. Alti e bassi. È in rodaggio ancora, gli capita di inciampare e incantare.
Non può essere lui, cosa gli è successo? Il ko lascia a bocca aperta anche il pubblico: il serbo ha illuso tutti che, suo malgrado, aggrappandosi alla classe innata, potesse in qualche modo restare nel match e spuntarla alla lunga contro lo spagnolo. Tutto vero, anche se sei il tennista più forte al mondo: con poca benzina nel motore non vai lontano. "L'avevo completamente finita – il commento in conferenza stampa -. La verità è che non riuscivo più a reggere lo scambio".
Basta questo, poche parole scandite al punto giusto in una frase semplice e chiarissima. Djokovic la esprime con estrema sincerità e fa i complimenti all'avversario: "Oggi ha giocato meglio di me. Lui ha trovato un ritmo nei primi due set… e avrebbe anche potuto chiudere la partita in due set. Io invece mi sono trovato a inseguire per tutto il match". Segnali inequivocabili: ha perso il servizio per nove volte e quando ha provato a difenderlo gli è sembrata una fatica immane, ha mandato alla malora palle break che il vero Nole non avrebbe mai concesso. "Nel terzo set sono crollato sotto tutti i punti di vista – ha spiegato il campione balcanico, come riportato da ubitennis.com -. La realtà è che non riuscivo più a muovermi".
Quattro partite giocate, due sconfitte: l'una a Dubai contro Jiri Vesely, l'altra a Montecarlo. Che botta… il 2022 è iniziato tra alti e bassi per Djokovic, reduce dalla polemica furibonda sui vaccini e da quel brutto pasticcio dell'espulsione dall'Australia. Lo stop forzato ha lasciato scorie anche su un "dio in terra" come lui: la condizione fisica è componente che alleni e trovi col tempo, dipende da tanti fattori anche emotivi.
Quando manca cadi tra i comuni mortali e il tonfo che fai è fragoroso. "Immaginavo che per me questa partita sarebbe stata difficile – ha aggiunto Nole -. Sapevo che mi sarebbe servito del tempo per giocare al meglio sulla terra battuta, altre volte mi ha capitato di non essere al top sulla terra rossa. L'unica cosa da fare adesso è accettare la sconfitta e guardare avanti. Il mio grande obiettivo è costruire la migliore forma fisica in vista del Roland Garros".