Il direttore degli Australian Open sui tifosi molesti: “Ero con gli italiani e hanno fatto peggio”
Gli Australian Open sono ancora "lo Slam felice"? Questa definizione del torneo di Melbourne ha un po' vacillato dopo che in questa edizione sono state registrate diverse situazioni complicate sugli spalti, con tifosi e spettatori troppo turbolenti. Il botta e risposta con Danielle Collins, i fischi e buu a Djokovic hanno fatto discutere, ma non preoccupano il direttore del torneo Craig Tiley che ha ricevuto feedback positivi. II numero uno degli Australian Open ha difeso i tifosi australiani, con tanto di paragone con quelli italiani a suo dire molto più "molesti".
Il direttore degli Australian Open paragona i tifosi di casa a quelli italiani
In tanti si sono lamentati della presenza di spettatori su di giri, anche a causa dell'alcol. Possibile pensare in futuro a restrizioni sugli alcolici o a modifiche nella programmazione? E come evitare situazioni come quella legata alla reazione al ritiro di Djokovic? Tiley ha minimizzato tirando in ballo i sostenitori italiani e quanto fatto da loro in Coppa Davis: "Non sono preoccupato dal comportamento della folla. Ero alla Coppa Davis un paio di mesi fa a Malaga e nessuno si è lamentato del comportamento del pubblico, eppure non riuscivi a sentire la tua voce. La squadra australiana era con le spalle al muro, ci trovavamo in Spagna ma gli italiani stavano ‘impazzendo'. Faccio fatica a capire perché la gente pensa che sia diverso, è un comportamento assai peggiore".
Tornando a parlare di quanto accaduto nelle due settimane degli Australian Open, Tiley non si è detto preoccupato e ha ridotto tutto a pochi casi isolati: "Mi aspetto sempre delle controversie, con un milione di persone che varcano il cancello per oltre tre settimane sarebbe strano se non ci fosse niente. Ci saranno sempre uno o due che ti disturberanno o faranno qualcosa. La stessa cosa è successa l'anno scorso e anche l'anno prima. Il numero di allontanamenti (dei disturbatori, ndr) non è stato alle stelle, ma alla pari con le scorse stagioni".
Cosa hanno detto i tennisti agli organizzatori degli Australian Open
Per Tiley dunque le critiche sono create ad arte da chi è in malafede: "I nostri funzionari hanno istruzioni molto chiare. Quelli che parlano male probabilmente non erano qui, oppure hanno un conto in sospeso con lo Slam. Vorrei concentrarmi di più sul numero dei tifosi che varcano i cancelli e sul vedere quanta energia e divertimento vengano trasmessa. Non potremo mai pensare ad un evento "silenzioso" perché altrimenti ci direbbero ‘Perché la gente non si diverte?'".
Quello che conta per il direttore degli Australian Open è il parere dei giocatori e degli addetti ai lavori: "Il mio modo di valutare il torneo è ascoltare il feedback dei tifosi, quello dei giocatori e quello della nostra squadra. E ancora una volta è stato tutto eccezionale. Per quanto riguarda i tennisti, ancora una volta se può essere indicativo, ci ringraziano pubblicamente, ci ringraziano privatamente e, considerando il numero di biglietti che ho ricevuto, di e-mail o messaggi WhatsApp che dicono ‘Grazie ancora', questo è di gran lunga il miglior torneo".