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Il Covid spinge il tennis nella bolla di Antalya: in Turchia 10 tornei in 2 mesi

A causa del Coronavirus, le principali federazioni tennistiche hanno deciso di creare una bolla al Megasaray Tennis Academy di Antalya. Nell’affascinante città turca, dal prossimo 4 gennaio fino al 28 febbraio, verranno giocati ben dieci tornei: due Challenger ed otto ITF tra circuito maschile e femminile.
A cura di Alberto Pucci
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Il Megasaray Tennis Academy, centro sportivo situato nell'affascinante città di Antalya, è pronto per diventare nei prossimi due mesi il centro del mondo tennistico. A causa del Coronavirus, che ha modificato e condizionato il regolare svolgimento di diversi eventi, le principali federazioni hanno infatti deciso di creare una ‘bolla' nel rinomato club turco e di far svolgere al suo interno ben dieci tornei: due Challenger ed otto ITF tra circuito maschile e femminile.

Mentre Djokovic e tutte le altre star sono alle prese con le vacanze, dopo l'ultimo torneo vinto da Daniil Medvedev (le ATP Finals), dal prossimo 4 gennaio fino al 28 febbraio diversi protagonisti della racchetta (tra questi, con ogni probabilità, anche i giocatori eliminati dalle qualificazioni degli Australian Open) si daranno dunque appuntamento sulla terra rossa del MTA di Antalya per i primi set del nuovo anno.

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Le parole di speranza di Gaudenzi

"Nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo in tutto il mondo – ha dichiarato nei giorni scorsi, al francese ‘Le Figaro', Andrea Gaudenzi – Ci siamo scontrati con una situazione assolutamente inedita e siamo stati costretti a stilare un protocollo per il Covid, creare un fondo per sostenere i giocatori e improvvisare un nuovo calendario anche in funzione dell’evoluzione della crisi sanitaria".

"Il 2021 sarà altrettanto duro, ma bisogna restare positivi – ha aggiunto il presidente dell'ATP – Abbiamo delle basi solide. Il fatto che lo US Open e il Roland Garros si siano giocati ha permesso all’economia del tennis di funzionare, di aiutare i tornei più piccoli e ai giocatori di vivere del loro lavoro. Si lavora perché la maggior parte dei tornei si possano tenere in sicurezza. Si spera di avere più spettatori negli spalti ma non dipende da noi".

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