Il 7° trionfo di Djokovic alle ATP Finals davanti a due spettatori speciali: “I miei piccoli angeli”
Novak Djokovic è riuscito a spingersi laddove nessuno prima di lui aveva osato alle ATP Finals, il torneo dei Maestri dove solo i migliori si sfidano per la vittoria: così, per la 7a volta in carriera ha alzato al cielo il trofeo, conquistato in questa edizione a Torino, battendo il beniamino di casa Jannik Sinner. Elogiato pubblicamente da Nole a fine match, in cui non ha dimenticato anche i suoi piccoli spettatori speciali che lo hanno seguito dal vivo negli ultimi giorni del torneo.
Immenso e irraggiungibile: sul veloce di Torino ancora una volta Djokovic ha dettato la propria legge riuscendo a battere Sinner in una finale che è riuscito sempre a comandare e gestire alla perfezione. Due set in cui non è mai stato messo in difficoltà, anzi: ha costretto Sinner a giocare sulla difensiva, senza mai farlo entrare realmente in partita. Una prova di forza, qualità e di maturità ulteriore, confermata dalle parole di Nole a fine gara: "Sono orgoglioso di questi ultimi due giorni perché Sinner e Alcaraz sono i migliori due al mondo per il modo in cui stanno giocando. Mi hanno costretto a migliorare e a vincere io le partite senza dover aspettare loro. Questa di stasera è stata una vittoria anche tattica, una settimana fenomenale".
Fenomenale perché dopo aver concluso l’ottava stagione da numero 1 del mondo, si è preso anche il settimo sigillo alle ATP Finals, scalzando Roger Federer che si è fermato a sei trofei. Il tutto, battendo l'uomo del momento, osannato e trascinato dal pubblico, Jannik Sinner: "Voglio fargli le congratulazioni per la buonissima settimana. Forse non è stato il risultato che voleva oggi, ma può essere orgoglioso di quello che ha fatto, non solo oggi ma anche per tutta la settimana e tutto l’anno. Jannik, ti auguro un bel 2024, sei molto molto vicino a vincere uno Slam, ti auguro questo".
Poi, l'elogio al proprio team al quale si è rivolto l'immediato sguardo dopo il punto vincente e l'urlo liberatorio in mezzo al campo a dimostrazione di una compattezza e unità d'intenti che si sono riversate in un 2023 stellare: "Per 24 ore sono con me, pensano a come possono aiutarmi per prendere questa vittoria e le più grandi del nostro sport, tra alti e bassi. A 36 anni le cose sono un po’ diverse rispetto a 10 anni fa ma il lavoro che mettiamo, la dedizione continua porta a questi risultati. Sono orgoglioso per tutto il team" ha concluso Djokobic che non ha di certo dimenticato gli amori più cari, moglie e figli: "Grazie alla mia famiglia, ai miei bambini che mi hanno dato molta forza, gioia e serenità".
Proprio ai suoi piccoli è stato poi riservato un particolare abbraccio: dopo aver festeggiato con il team, Djokovic si è soffermato a lungo a coccolare il piccolo Stefan nato nel 2014 e la figlia Tara, la secondogenita del 2017: "Sono stati bravissimi i miei bambini che negli ultimi due giorni sono venuti a guardarmi a giocare a tennis. Avevo sempre desiderato poter gareggiare davanti a loro perché capissero cosa faccio e adesso tutti e due sono consapevoli di quello che sta succedendo. E' il massimo, sono orgoglioso di essere papà di questi due angeli speciali"