I trucchi di Rafa Nadal che sfiancano gli avversari: lo spagnolo ha un rituale snervante
Siete corrotti. Siete tutti corrotti. Quando Denis Shapovalov ha imprecato contro l'arbitro perché, a suo dire, troppo indulgente nei confronti di Rafa Nadal è stato il segnale che la trappola era scattata e lui vi era cascato. Contestava le eccessive perdite di tempo dello spagnolo, atteggiamenti furbi, trucchetti escogitati durante il match a mo' di rituale scaramantico (e il campione iberico ha una lista abbastanza nutrita di gesti/amuleto). Il battibecco con l'ufficiale di gara, che lo ha redarguito e richiamato all'ordine perché non facesse troppe storie, e una sorta di chiarimento sotto rete con l'avversario sono entrati nel corredo accessorio di un copione già scritto (anche) per il match degli Australian Open.
Matteo Berrettini, che affronterà il maiorchino in semifinale (venerdì 28 gennaio, ore 4.30 italiane) è avvertito. Ma lui sa già a cosa va incontro. Tre anni fa ha già giocato (e perso) contro l'avversario che nel Ranking Atp è quinto, due posizioni proprio davanti a lui. E se nella sfida contro Monfils è stato capace di mantenere i nervi saldi, anche rispetto al clima ostile e alle provocazioni che arrivavano dalle tribune, allora può farcela a disinnescare la strategia della tensione di Nadal.
È tutto studiato nei minimi dettagli. Rafa fa sempre le stesse cose in maniera maniacale. Una sequenza di azioni, comportamenti esibiti sul filo dei secondi, sfruttandone abbastanza da non incorrere in sanzioni e mettere pressione al giocatore che gli sta di fronte dall'altra parte del campo. Il tabloid inglese, Telegraph, le ha raccolte una alla volta e le ha inserite in un elenco. È come una radiografia, in controluce vedi tutto.
Le luci sul palcoscenico si accendono appena Nadal arriva in campo e si avvia verso la postazione designata. In apparenza fa nulla di strano ma in realtà è proprio in quei momenti che si alza il sipario. Chi lo conosce fa un sorriso e aguzza gli occhi: eccolo, adesso inizia, dice il tifoso che lo segue davanti alla tv o dal vivo. Lo spagnolo rischia di farti ammattire. Perfino Federer (ma era il 2012) sbottò dinanzi a quello spettacolo: "Non so come puoi affrontare una partita di quattro ore con Rafa… non subisce mai una violazione del tempo". Lui si è spesso giustificato così: "Tutte le partite di un certo livello hanno una durata di quattro anche cinque ore e per giocarle hai bisogno di tempo tra i punti… impensabile bastino solo 25 secondi".
Quel che lui ritiene congruo, invece, stizzisce gli avversari. Quando Nadal scende in campo ha la racchetta in pugno, si pone dinanzi alla sedia e inizia ad allestire la postazione. Mette in fila con un ordine rigoroso le bottigliette d'acqua e gli integratori facendo sì che le etichette siano rivolte in una determinata direzione. Fa in modo che l'orlo dei calzettoni sia alla stessa altezza. Fa un saltello durante i brevi istanti del lancio della moneta. Fa uno scatto sulla linea di fondo in occasione del riscaldamento. Non è finita: quando la partita sta per iniziare fa qualche passo verso la linea di servizio, presta attenzione a non passare sopra qualsiasi linea tracciata e se deve scavalcarle lo fa portando in avanti il piede destro. Pazzesco, ma reale.
Se credete che il suo rituale si esaurisca al pre match vi sbagliate. C'è dell'altro che accade nel corso dell'incontro e questo altro ha mandato su tutte le furie Shapovalov. Al momento del servizio inizia la seconda parte dei gesti che ripete ormai con meccanica procedurale: aggiusta gli slip nei pantaloncini, tocca entrambe le spalle in maniera alternata (prima la sinistra poi la destra), sistema i capelli dietro l'orecchio sinistro, asciuga il sudore perché la gocciolina sul naso gli dà fastidio poi sistema l'altra ciocca dietro l'orecchio destro e infine strofina di nuovo il naso. Mentre sfoggia quelli che ai più sembrano dei tic continua a palleggiare. Durante la gara, invece, approfitta di ogni punto per asciugare il sudore sulle braccia e al momento del cambio di campo cede il passo all'avversario. È come se vedesse un gatto nero e si fermasse per lasciar passare qualcun altro al di là della rete.
C'è dell'altro? Sì. E quanto accaduto con Shapovalov è solo un esempio: il canadese ha perso le staffe quando, al momento della battuta, si è accorto che Nadal gli aveva voltato le spalle prendendosi ancora qualche secondo per meditare, farsi trovare pronto e spezzare il ritmo dell'avversario. Per la prossima partita Berrettini è avvisato.