I tormenti di Iga Swiatek dopo lo stop per doping: “Mi fa male essere trattata da bugiarda”
Iga Swiatek quest'anno in Australia non ci è andata da numero 1 del mondo, ma probabilmente le importa poco. Perché la tennista polacca ha altro a cui pensare. Swiatek deve difendersi dagli attacchi eccessivi per la positività all'antidoping, che le ha portato un mese di sospensione lo scorso autunno. La tennista che sfiderà Sabalenka per il titolo degli Australian Open non parla tanto delle sue vicende, ma stavolta ha fatto un'eccezione e ha rifilato una stoccata al solito Kyrgios, che oltre a Sinner ha messo pure lei nel mirino.
La positività al doping e la sanzione per Swiatek
L'ex numero 1 WTA era stata trovata positiva alla trimetazidina e per questo ha ricevuto un mese di squalifica, patteggiato con l'ITIA per una lieve colpa. Swiatek e i suoi avvocati hanno dimostrato la negligenza della giocatrice nell'assunzione di un farmaco da banco che in Polonia si può acquistare senza ‘la ricetta medica' e che serve per superare i disturbi legati al jet-lag. Swiatek ha avuto uno stop che le ha impedito di battagliare con Sabalenka, che ha chiuso il 2024 al numero 1.
Tirata in ballo qua e là, è stata difesa dalla stessa Sabalenka, ma ha ricevuto una sfilza di stoccate da parte di Nick Kyrgios, che non ha solo Sinner come tennista da punzecchiare. Swiatek prova a tirare diritto, la stagione è iniziata, anche bene tutto sommato con la finale della Polonia nella United Cup, e al netto di qualche frecciata, come quella della sua ‘nemica' Danielle Collins, non può evitare di parlare anche della sanzione subita.
"Sono in pace come stessa, mi fa male essere trattata da bugiarda"
E di questo ne ha parlato nel podcast ‘Tennis Insider Club' di un'altra tennista, la francese Caroline Garcia e del fidanzato Borja Duran. Swiatek si è sfogata e ha detto chiaro e tondo che le dà fastidio sentir dire che lei è una bugiarda. Ogni riferimento non è puramente casuale: "Ho lottato per realizzare i miei sogni e tutto questo porta le persone a non riconoscere i miei sforzi e i miei risultati, come se mi guardassero in modo diverso. Ricordo che ero a casa mentre facevano le indagini e in tanti mi chiedevano autografi e selfie. In quei momenti pensavo: ‘Sarà così anche quando verrà tutto allo scoperto?' Sono in pace con me stessa, non ho fatto nulla di male, ma mi fa male essere trattata come fossi una bugiarda".