I tifosi di Djokovic gridano allo scandalo: succede in diretta all’Australian Open, ma nessuno fiata
Novak Djokovic è a casa nella sua Belgrado, a meditare su quello che poteva essere e non è stato, sul 21° titolo del Grande Slam che avrebbe potuto vincere in Australia se non fosse stato espulso con disonore dalle autorità del Paese. Un pessimo esempio per i giovani, un pericolo per l'ordine e la salute pubblica: così il numero uno al mondo è stato marchiato dal governo australiano, prima di dargli il benservito e dichiararlo persona non gradita per i prossimi tre anni (decisione comunque rivedibile "nelle giuste circostanze").
Intanto in Australia si gioca, Nadal e Medvedev sono in semifinale assieme a Tsitsipas e al nostro Berrettini, ed anche in Serbia i tifosi di tennis stanno seguendo in TV il torneo. Con grande attenzione, come dimostra l'esplodere nelle ultime ore di accuse durissime nei confronti degli organizzatori dell'Australian Open: è stato denunciato infatti con grande clamore qualcosa che è accaduto ieri alla Kia Arena, uno dei campi del complesso di Melbourne Park dove si disputa il torneo. Era in programma il match di quarti di finale di doppio maschile tra la coppia australiana formata da Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis e il duo composto dal tedesco Tim Puetz e dal neozelandese Michael Venus, testa di serie numero 6 del tabellone. Partita vinta in tre set dai padroni di casa, col punteggio di 7-5/3-6/6-3: adesso in semifinale li aspetta la coppia ispano-argentina Granollers-Zeballos.
All'inizio del primo set – sul punteggio di 2-1 per Puetz-Venus e con Kokkinakis al servizio – è accaduto il ‘fattaccio', almeno dal punto di vista dei serbi. Un episodio che già vi avevamo raccontato per rimarcare il bel gesto di Kyrgios, che aveva regalato una racchetta al bambino seduto in tribuna che era stato colpito involontariamente dal rimbalzo della pallina colpita con grande violenza dal 26enne australiano. Una bella scena, che aveva fatto scrosciare copiosi gli applausi del pubblico verso il proprio beniamino, che poi era tornato al suo posto, senza che nessuno – l'arbitro in primis – eccepisse alcunché. Ma il gesto di Kyrgios, lo smash che aveva quasi fatto un buco in campo facendo schizzare la pallina sugli spalti, era stato compiuto a gioco fermo: il servizio di Kokkinakis aveva infatti toccato il nastro e sulla respinta si era avventato il suo compagno, colpendo la pallina con più violenza possibile e spedendola di rimbalzo addosso al bambino.
I media serbi parlano di "scandalo passato del tutto inosservato", laddove invece un episodio a loro dire simile era costato nel 2020 la squalifica di Djokovic allo US Open. Nole era impegnato negli ottavi contro lo spagnolo Carreno Busta e in un gesto di rabbia, anche in quel caso a gioco fermo dopo aver perso un punto, aveva scagliato via la pallina colpendo al collo – ovviamente involontariamente – una giudice di linea. La donna era rimasta a terra un paio di minuti, mentre Djokovic – immediatamente resosi conto di aver combinato un guaio – si avvicinava per sincerarsi delle sue condizioni e chiederle scusa. Ma subito dopo il direttore del torneo aveva comunicato al giocatore la sua espulsione, come da regolamento.
"In accordo con il regolamento del Grande Slam– era stata poi la nota diffusa dall'organizzazione del torneo statunitense – in seguito ad azioni volte a colpire intenzionalmente una palla in modo pericoloso o incauto all'interno del campo o colpire una palla senza tenere conto delle conseguenze, l'arbitro del torneo ha squalificato Djokovic dallo US Open 2020". Un comportamento dunque irresponsabile, che secondo i tifosi del campione di Belgrado sarebbe assolutamente identico a quello avuto da Kyrgios sul campo della Kia Arena, indipendentemente dall'assoluta involontarietà del gesto. Così come identico è il regolamento anche in Australia. Ma stavolta sia il giudice di sedia che il supervisor sono rimasti in silenzio, provocando la sollevazione dei tifosi serbi con una precisa accusa: quella di usare due pesi e due misure, con un occhio di favore – o meglio tutti e due chiusi – nei confronti dei padroni di casa.