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Torneo di Wimbledon 2024

“Ho pianto e sofferto”: così Berrettini è cresciuto fino a raggiungere la finale di Wimbledon

Alla vigilia della finale di Wimbledon contro Novak Djokovic, Berrettini si guarda indietro e racconta quelli che sono stati i momenti più difficili della sua carriera. Il tennista italiano ha saputo fare di necessità virtù, soprattutto quando ha dovuto affrontare periodi complicati legati anche agli infortuni.
A cura di Marco Beltrami
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Il sorriso di Matteo Berrettini ha stregato Wimbledon. Il tennista italiano grazie al successo su Hurkacz è entrato nella storia diventando il primo azzurro a conquistare la finale nello Slam londinese. Ad attenderlo domenica 11 luglio troverà il numero uno al mondo Novak Djokovic, un ostacolo a dir poco duro. Matteo però non ha paura ed è pronto a lottare: d'altronde il nostro portacolori nella sua giovane carriera ha affrontato e superato momenti tutt'altro che semplici.

Matteo Berrettini è on fire. Il tennista capitolino sta giocando il suo miglior tennis, che gli ha permesso di conquistare la finale di Wimbledon. Contro Hurkacz, dopo un avvio dominante, Matteo è stato bravo a mantenere la freddezza quando l'avversario è tornato in partita vincendo il terzo parziale. Ai microfoni di Sky, l'azzurro numero 9 al mondo ha dichiarato: "Ho giocato un livello estremamente alto, forse la mia miglior partita del torneo, soprattutto dal punto di vista mentale. Quando le cose si sono complicate mi sono fatto forza e ho tirato fuori il meglio, sono molto contento".

Quando il gioco si fa duro, Matteo tira fuori il carattere. Un carattere plasmato soprattutto nei momenti difficili che non sono mancati in carriera. Difficile dimenticare il periodo in cui i risultati non arrivavano, anche a causa degli infortuni per un Berrettini che ha saputo poi fare di necessità virtù: "Mi riempie di orgoglio essere arrivato fino a qui. Faccio questo sport perché mi piace, ma so quanta fatica ci sia stata dietro, quante difficoltà, soprattutto pensando agli infortuni, a quando ero più giovane e non avevo conquistato nemmeno un quarto di quello che ho conquistato ora. Ho pianto, ho sofferto, ma sono sempre tornato più forte, questo è quello di cui vado più fiero".

E ora conto alla rovescia per la battaglia contro Djokovic. Un match in cui Matteo non avrà niente da perdere, in cui non parte con i favori del pronostico. L'azzurro d'altronde conosce bene Nole che ha affrontato già poche settimane fa al Roland Garros. Una sfida in cui, Berre riuscì a spaventare Nole, mai così nervoso e al limite. E ora sull'erba londinese, per il serbo sarà ancora più difficile.

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